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Lucart: un modo sostenibile di produrre carta

Lucart

Quella di Lucart, gruppo cartario multinazionale conosciuto per i brand Tenderly, Tutto Pannocarta e Lucart Professional è una storia di tradizioni, passione, famiglia e attenzione all’ambiente, da 70 anni. Dal lontano 1953 un successo imprenditoriale che ha come basi portanti la sostenibilità e l’innovazione. Dietro l’azienda c’è la volontà di promuovere un modo sostenibile di produrre carta puntando su un approccio sistemico, volto a creare valore nei confronti di tutti i propri stakeholders.
Nel corso del 2022, Lucart ha raggiunto e superato obiettivi importanti come la riduzione dell’11% delle emissioni specifiche di CO2 e del 19,6% di emissioni specifiche di NOX, oltre ad una diminuzione del 5,9% delle risorse idriche utilizzate per tonnellata di carta prodotta.
“Festeggiare i primi settant’anni di Lucart è un traguardo che ci riempie di orgoglio e che ci spinge a continuare a perseguire i sani valori etici e imprenditoriali che accompagnano il Gruppo fin dal momento della sua nascita – commenta Massimo Pasquini, Amministratore Delegato del Gruppo Lucart – e ciò che ci ha spinto fin qui è la volontà di realizzare modelli di business circolari per rigenerare e accrescere i capitali naturali, sociali ed economici, perché vogliamo condividere un futuro sostenibile con i nostri stakeholder. Un futuro con risultati sempre migliori”.
Prosegue l’impegno di Lucart nell’implementazione di politiche di economia circolare e di salvaguardia dell’ambiente. Già l’anno scorso era stato annunciato il raggiungimento, con quattro anni in anticipo, dell’obiettivo del 100% degli imballaggi riciclabili o compostabili, al quale si affianca l’utilizzo del 100% di materie prime fibrose vergini provenienti da aziende che adottano sistemi di gestione forestale sostenibili e conformi a schemi di certificazione riconosciuti a livello internazionale.
Il presidio di Lucart lungo tutte le fasi di vita del prodotto, dalle materie prime al fine vita, si evidenzia anche nel 56% di materie prime fibrose riciclate utilizzate per la fabbricazione delle carte del Gruppo, un risultato in linea con l’obiettivo di arrivare al 2030 con una percentuale del 60% di materie prime fibrose riciclate. In crescita anche la percentuale di rifiuti avviati a recupero (81,2%) rispetto al totale dei rifiuti prodotti.
Lucart è pioniere nel segmento delle carte ecologiche per l’igiene. Risale al 1997 il lancio di una carta igienica in carta riciclata e rigenerata con imballaggio ecologico in amido di mais e certificata Ecolabel, ed è recente l’evoluzione delle linee EcoNatural e il lancio del pallet Noè, prodotto con il polietilene e l’alluminio recuperati dal riciclo dei cartoni per alimenti tipo Tetra Pak. Pochi giorni fa, infatti, è stato inaugurato in provincia di Ferrara il nuovo stabilimento di Newpal, la società creata dall’iniziativa di Lucart e di CPR System per chiudere il ciclo del riciclo dei poliaccoppiati.
L’impegno di Lucart nel promuovere un modo sostenibile di produrre carta è stato riconosciuto con l’ottenimento della valutazione “Platinum”: il massimo livello del rating per la responsabilità sociale d’impresa che solo l’1% delle più di 90.000 imprese analizzate a livello mondiale può vantare.
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li storici valori aziendali di condivisione, responsabilità, cura e visione si riflettono anche nella rinnovata partnership con Save the Children, attiva dal 2020, grazie alla quale Lucart si impegna a sostenere tre importanti progetti dell’Organizzazione: Spazio Mamme, Fiocchi in Ospedale e Punti Luce. Questi ultimi, importanti luoghi ad alta intensità educativa, saranno l’occasione per integrare nelle attività di Lucart il volontariato aziendale; i collaboratori del Gruppo cartario potranno infatti collaborare a diverse attività di sostegno alle ragazze e ai ragazzi dei punti Luce di Potenza e di Prato.
Importante anche l’impegno della Società sul fronte della salute e della sicurezza sul lavoro, da molti anni un obiettivo prioritario per il management di Lucart.
“Quello di Lucart è da sempre un impegno per l’ambiente – continua Pasquini – ma anche per le persone, che sono in realtà il cuore pulsante dell’azienda. Abbiamo lavorato molto sul tema sicurezza sul lavoro e già il 64% dei nostri stabilimenti è in possesso della certificazione ISO 45001. Ma non basta: puntiamo al 100% entro il 2030 per garantire a tutti i nostri collaboratori non solo un ambiente di lavoro protetto e sostenibile, ma anche un sistema di gestione delle attività fondato sui massimi standard conosciuti”.