Sono molte le perplessità e le polemiche riguardanti la decisione europea di far cessare le vendite di auto con motori a combustione interna nel 2035, situazione che come molti sostengono metterebbe in crisi diversi comparti produttivi determinando una massa di disoccupati. Inoltre, la totale conversione all’elettrico ci renderebbe fortemente dipendenti dalla tecnologia cinese, molto avanzata in questo ambito. In realtà questa decisione sembra abbastanza affrettata, presa sull’onda di una momentanea deriva ambientalistica, trascurando i risultati di promettenti ricerche sui biocarburanti che potrebbero decretare l’ottimale sopravvivenza dei motori termici.
In tutto il mondo sono molti i fronti di ricerca che sfruttano l’energia solare per produrre, oltre ad idrogeno caratterizzato da forti problematiche di stoccaggio, biocarburanti utilizzando l’acqua e l’anidride carbonica, proponendo dunque un sistema di trasporti a bilancio zero per il carbonio. Tra i più avanzati sono i prototipi delle cosiddette foglie solari, materiali con appositi catalizzatori che convertono l’energia solare. A livello europeo il progetto A.LEAF replica la fotosintesi e da acqua e CO2 produce formiato, che può dare biocombustibile e ossigeno. Al momento siamo su ordini di produzione di 50 mgr/ora, ma si spera di arrivare in tempi contenuti su produzioni di scala industriale. Altre ricerche prospettano addirittura di collocare sulla superficie di specchi d’acqua delle foglie galleggianti, in modo di evitare “l’invasione” delle superfici terrestri.
Diverso è il tema della produzione di energia elettrica, il cui consumo è in costante aumento, sia per le attività industriali, sia per i fabbisogni civili, con masse sempre più grandi di persone dei paesi meno sviluppati che ambiscono ad un migliore tenore di vita. Anche in questo ambito si potrebbe pensare di utilizzare al posto dei combustibili fossili i biocarburanti, ma la soluzione di una produzione diretta ed ambientalmente sostenibile è certamente di gran lunga preferibile. Una soluzione che negli ultimi tempi suscita entusiasmanti aspettative è la fusione nucleare, per la quale da varie parti si stanno annunciando imminenti costruzioni di impianti sperimentali. Su questa tecnologia è da ritenere che si stia commettendo lo stesso errore che a suo tempo fu fatto per la fissione nucleare, dove vennero drammaticamente trascurati tanti problemi, dalla pericolosità allo smaltimento delle scorie, e sottovalutati molti costi, soprattutto quelli legati al fine vita delle centrali. Nella fusione nucleare la densità energetica è enormemente più alta rispetto a quella della fissione e molti sostengono che anche la pericolosità sia proporzionale. Tuttavia, abbiamo gratis un grandioso e sicuro reattore a fusione, il Sole, solo che ci invia energia a bassa intensità e dobbiamo quindi trovare e perfezionare le varie tecnologie che ci consentono di convertire questa energia che si esprime in varie forme, come la radiazione diretta, l’energia eolica, le maree, le onde marine, etc.
Questa è la vera sfida che impegnerà tutta la nostra capacità tecno-scientifica per garantirci una futura autosufficienza energetica sicura e sostenibile.