È partito il secondo Programma di Informazione e Formazione (PIF) “Italia in Classe A” sul risparmio e l’efficienza energetica di Enea, promosso e finanziato dal MiTE per il biennio 2022-2023.
“L’Italia è il primo Paese in Europa ad avere realizzato una campagna di comunicazione e sensibilizzazione all’uso razionale dell’energia finanziata per intero dallo Stato – dichiara Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento Enea di Efficienza energetica – e il filo conduttore del nuovo programma sarà la parola ‘innovazione’, intesa non solo in senso strettamente tecnologico ma come spinta al cambiamento, per centrare gli obiettivi di efficienza energetica al 2030. A fronte di un obiettivo vincolante di risparmio per il nostro Paese di 51,44 Mtep di energia finale, le misure previste dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima ci consentiranno di raggiungere un risparmio cumulato superiore, pari a 57,44 Mtep, di cui 1,43 Mtep (pari a circa il 2,5%) attraverso le azioni che introdurremo fin da ora con il nuovo PIF”.
Il percorso intrapreso da Enea con il primo PIF Nazionale ha permesso di ottenere un taglio complessivo dei consumi di energia di 411 ktep al 2020, pari al consumo annuale di energia elettrica e gas di circa 265.000 famiglie.
In particolare, le azioni per i cittadini hanno portato a una riduzione di 146 ktep (corrispondenti a 37 ktep/anno), di cui: 20 ktep/anno attraverso la campagna televisiva (5 milioni di telespettatori); 13 ktep/anno dai roadshow e dal mese dell’efficienza energetica (3,5 milioni di persone raggiunte grazie a 400 eventi e 250 progetti realizzati); poco più di 4 ktep/anno con la campagna di digital marketing (1,2 milioni di contatti).
I risparmi sono stati stimati a partire dai risultati di un’indagine demoscopica che ha coinvolto un campione di oltre 3.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana adulta.
Dall’inchiesta sono emerse le potenzialità delle campagne di informazione nell’aumentare la consapevolezza e nel promuovere il cambiamento delle abitudini delle famiglie e dei singoli cittadini: il 18% degli intervistati si definisce “molto informato” sui temi che riguardano l’energia e il suo uso in casa, mentre un ulteriore 45% si autovaluta come “abbastanza informato”.
La limitata informazione è attribuibile al 37% dei cittadini, con un dato che cresce fra i più giovani. Il segmento che dichiara un buon livello informativo si rivela il più attivo nell’evitare sprechi d’energia anche nella quotidianità dei comportamenti casalinghi, conosce l’APE, si cura della classe energetica degli elettrodomestici ed è il più sensibile nel rilevare che nel risparmio energetico risiede la prima risorsa rinnovabile. Del resto, si tratta anche del segmento che ha effettuato interventi per incrementare il risparmio energetico come ristrutturazioni, cambio infissi, sostituzioni di caldaia o climatizzatori.
Sul fronte delle azioni realizzate dal Programma per le aziende, la quota di risparmio raggiunta è stata complessivamente pari a 265 ktep per il periodo 2015-2020, su un totale di 4 Mtep/anno di risparmi energetici generati da tutti gli interventi di efficientamento.
Per calcolare la quota di risparmio energetico direttamente collegata alle azioni intraprese nel PIF, è stato lanciato un sondaggio al quale hanno risposto 300 aziende soggette all’obbligo di audit energetico con la comunicazione all’Enea dei risparmi energetici conseguiti ogni anno; il 94% delle imprese attribuisce a una maggiore consapevolezza sull’efficienza energetica un ruolo determinante nella decisione di attuare interventi di risparmio di energia. Di queste, il 12% hanno ritenuto “molto importanti” le attività di informazione e formazione svolte dall’Enea.
Italia: focus sul consumo di energia
In Italia il consumo interno lordo di energia al 2020 è stato pari a 141,6 Mtep (-8,9% rispetto al 2019); considerando gli impieghi finali di energia, nel 2020 i trasporti (28,12%) e gli usi civili (45,81%) si sono confermati i settori più energivori. Nel complesso si è verificata una contrazione dei consumi finali in ogni settore: trasporti (-19,2%), industria e usi civili (-4,3%), fatta eccezione per il comparto agricolo, in cui i consumi energetici sono cresciuti del 1,4% tra il 2019 e il 2020.
Sul fronte dell’intensità energetica primaria in Italia è risultata inferiore sia rispetto alla media dei Paesi della UE28 sia a quelli appartenenti alla zona Euro. Nel 2019 nel nostro Paese il valore dell’indicatore è stato pari a 90,1 tep/M€, mentre nell’intera UE28 si è attestato a 101,7 tep/M€.
Tuttavia, la distanza tra l’Italia e gli altri Paesi europei si sta riducendo: nel 1995 l’Italia aveva un valore dell’indicatore inferiore, rispettivamente, del 32,1% e del 25,7% rispetto a UE28 e zona euro, mentre nel 2019 la differenza si è ridotta a 11,4% e 11,3%.
L’efficiente risultato ottenuto dall’Italia, quindi, rende la riduzione dell’intensità energetica più complicata, come dimostrano questi dati: nel periodo 1995-2019 l’intensità energetica si è ridotta del 16,2% in Italia, del 35,8% nella UE e del 29,8% nell’Eurozona.