Cromo, vanadio, molibdeno e niobio sono metalli che ricoprono un ruolo fondamentale per la competitività del settore produttivo e il potenziale di innovazione dei settori ad alta tecnologia.
Nonostante questo, però, l’Europa continua a dipendere dalla loro importazione, correndo il rischio di una fornitura poco versatile e incerta, sebbene questi metalli siano abbondanti nei rifiuti industriali o utilizzati in applicazioni che non ne sfruttano appieno il valore intrinseco.
Ogni anno, infatti, vengono prodotte grandi quantità di scorie di acciaio e ferrocromo, ovvero rifiuti risultanti dall’estrazione o dalla lavorazione, che contengono quantità considerevoli di metalli, in particolare cromo. Attualmente, le scorie sono impiegate principalmente in applicazioni edili sotto forma di sabbia o aggregati, a causa delle loro proprietà tecniche. I metalli contenuti all’interno, però, non hanno una finalità in questo tipo di applicazione e vanno quindi persi; va sottolineato, inoltre, che la loro presenza può danneggiare gravemente l‘ambiente.
In questo contesto è stato sviluppato il progetto CHROMIC, finanziato dall’Unione Europea, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie nuove e sostenibili volte al recupero di metalli essenziali e preziosi dalle scorie di acciaio e ferrocromo.
La rimozione delle particelle metalliche di grandi dimensioni (>2 mm) è una pratica diffusa, nonché una tecnologia all’avanguardia; eppure, le particelle metalliche più fini e le forme ossidate dei metalli non vengono ancora recuperate.
CHROMIC, però, è riuscito a sviluppare un metodo idrometallurgico altamente efficiente, in grado di recuperare oltre il 95% del cromo presente nelle scorie.
Tuttavia, per estrarre i metalli dalle scorie è necessario convertire il cromo dalla sua forma insolubile e non pericolosa, Cr (III), in quella solubile e pericolosa, Cr (VI); a causa dei limiti estremamente rigorosi relativi alla liscivazione del Cr (VI), occorre rimuovere tutto il Cr (VI) residuo dal solido. Su questo punto, il team del progetto è ancora alla ricerca di una soluzione.
Nonostante le sfide, CHROMIC ha conseguito alcuni risultati importanti e interamente sostenibili: ai risultati relativi al cuore tecnologico del progetto si aggiungono quelli riguardanti le valutazioni sull’impatto delle tecnologie sull’economia e sulla società.
La soluzione gioverà alle aziende produttrici di metalli con elevati residui di Cr poiché la rimozione di Cr può generare valore e arricchire il ventaglio delle opzioni di applicazione delle scorie. Questo aspetto è particolarmente rilevante per l’economia circolare perché consente di evitare l’eccessiva concentrazione dei metalli negli utilizzi a valle.
I proprietari delle discariche con rifiuti di Cr elevati, come i governi, trarranno a loro volta beneficio dai risultati del progetto, dal momento che la rimozione di Cr può generare valore, rendendo meno pericolosi i materiali utilizzati di frequente.
Secondo una valutazione economica e ambientale integrata, infine, una volta risolto il problema del Cr, il processo può dimostrarsi vantaggioso rispetto allo smaltimento in discarica.
Questi elementi hanno condotto il gruppo a intraprendere un piano di coinvolgimento della comunità in tre fasi, volto a raccogliere l’opinione di persone comuni, esperti e studenti in merito al riciclaggio dei metalli.