Il secondo fattore di inquinamento ambientale più lamentato a livello mondiale (dopo i rumori) è rappresentato dagli odori: una frequente esposizione agli odori, infatti, può causare una serie di disturbi, tra cui mal di testa, mancanza di concentrazione, stress, insonnia e problemi respiratori.
La maggior parte delle tecniche per misurare gli odori, però, non tiene debitamente conto delle loro ripercussioni sui cittadini, in quanto l’intero settore è ancora scarsamente regolamentato.
In quest’ambito, il progetto di scienza dei cittadini D-NOSES, sostenuto dall’Unione Europea, ha migliorato un’applicazione appositamente progettata per il crowdsourcing in tempo reale di dati sugli odori geolocalizzati, ampliata dalle esperienze di coloro che ne sono condizionati.
Il progetto ha testato la propria metodologia in otto paesi europei allo scopo di ottenere prospettive più ampie e i risultati di alcuni progetti pilota sono già stati pubblicati. In Spagna, per esempio, OdourCollect è stato recentemente insignito del prestigioso premio “Prismas” per la divulgazione scientifica.
Il progetto ha seguito l’approccio di scienza dei cittadini estrema dello University College di Londra, che conferisce priorità a pratiche dal basso verso l’alto, con una consapevolezza delle esigenze locali, per contribuire a garantire la partecipazione e l’inclusività dei cittadini durante tutte le fasi di ricerca.
Una volta coinvolti, i partecipanti hanno preso parte a passeggiate sensoriali e a formazioni sugli odori, nonché a workshop sull’analisi dei dati.
Al centro del progetto D-NOSES figurava l’applicazione OdourCollect, costruita su una precedente iterazione creata dal progetto MYGEOSS e progettata per consentire alle comunità interessate di mappare l’inquinamento olfattivo e sostenere un cambiamento. Nel corso dei 10 progetti pilota, inoltre, i partecipanti hanno suggerito miglioramenti alle funzionalità dell’applicazione, quali la mappatura degli odori gradevoli oltre a quelli sgradevoli.
Il progetto pilota faro di Barcellona si è concentrato sulla zona del Forum della città, che aveva sostenuto per oltre 20 anni l’impatto delle strutture di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue; gli utenti sono stati addestrati a riconoscere diversi odori, tra cui quelli di rifiuti, fogne, fanghi e biogas, e a mapparli.
I dati raccolti sono stati successivamente collegati a operazioni industriali attraverso l’analisi storica dell’applicazione. Nell’arco di 12 mesi sono state riportate più di 600 osservazioni, con il coinvolgimento di 86 partecipanti.
In totale, il progetto ha raccolto da 1.200 cittadini con oltre 10.000 osservazioni relative agli odori in tutto il mondo. L’evento di D-NOSES “Revisiting Odour Pollution in Europe” (Rivisitare l’inquinamento olfattivo in Europa) ha condotto all’inclusione dell’inquinamento olfattivo e della scienza dei cittadini all’interno del piano di azione dell’UE “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo”.
Il team auspica inoltre che il proprio libro verde stimoli il dibattito relativo a una politica europea sugli odori comprensiva e conduca a un libro bianco.
Un altro risultato è stato l’Osservatorio internazionale degli odori, una risorsa online interattiva in cui gli utenti possono inserire e consultare i dati di crowdsourcing a livello globale. Nel corso dei progetti pilota è stata inoltre intrapresa a livello locale una promozione dei cambiamenti politici insieme a una serie di strumenti per la promozione, a documenti programmatici e a una tabella di marcia strategica per la governance.
Il team sta attualmente standardizzando la propria metodologia in Spagna, lavorando al contempo a un modello municipale per guidare la regolamentazione degli odori.