Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione Europea, ha pubblicato i risultati delle performance nazionali sull’obiettivo 2020 per le rinnovabili.
Il “Pacchetto clima-energia 20-20-20”, lanciato a giugno del 2009, racchiudeva una serie di direttive e regolamenti che, per la prima volta, fissavano dei target nazionali nella lotta al climate change: uno per la riduzione delle emissioni di CO2, uno per la quota di rinnovabili nei consumi e uno per l’efficienza energetica.
Nel complesso, gli sforzi dei 27 Paesi hanno fatto centro (+2% rispetto al target comunitario), ma guardando da vicino non tutti gli Stati membri hanno riversato nell’impresa lo stesso impegno.
Analizzando gli obiettivi nazionali, infatti, si scopre come solo 26 Stati membri su 27 li abbiano raggiunti (o superati).
Alcuni Paesi hanno dovuto ricorrere a trasferimenti statistici per raggiungere la propria meta, mentre altri, come Svezia, Croazia e Bulgaria sono andati ben oltre il target 2020 (registrando rispettivamente +11%, +11% e +7%); anche l’Italia ha superato il proprio target di ben il 3,4%.
A non aver centrato l’obiettivo è, invece, la Francia, che ha concluso il decennio con un gap del 3,9%.
Eurostat ha rivelato anche un altro dato: con oltre la metà del consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili, nel 2020 la Svezia (60%) è stato il paese con la più alta quota verde nell’UE, davanti a Finlandia (44%) e Lettonia (42%).