Crescono i progetti volti a sfruttare le rinnovabili offshore e con essi l’esigenza di adattare la produzione in mare alla domanda della terraferma. È per questo motivo che il settore energetico sta attualmente studiando anche soluzioni di accumulo ad hoc, integrabili direttamente negli impianti a largo delle coste o ancorate ai fondali marini.
Una di queste soluzioni è “Ocean Battery”, una speciale batteria oceanica progettata da uno spin-off dell’Università olandese di Groningen.
Si tratta di un sistema di accumulo pensato specificatamente per le centrali elettriche marine alimentate da onde, sole o vento. Il suo funzionamento è ispirato a quello delle centrali idroelettriche a pompaggio, che sfruttano acqua e gravità.
L’idea è quella di realizzare sul fondale marino un serbatoio in cemento contenente fino a 20 milioni di litri di acqua immagazzinata a bassa pressione; un sistema di pompe e turbine collega questo serbatoio a una camera d’aria flessibile posizionata superiormente.
L’elettricità generata da turbine eoliche, pannelli fotovoltaici galleggianti o simili verrebbe utilizzata per pompare l’acqua dal serbatoio alla camera; quest’ultima, sarebbe poi rilasciata al momento del bisogno, sotto la spinta della pressione della colonna d’acqua sopra la camera stessa. Il passaggio dall’alto al basso farebbe azionare delle turbine idroelettriche producendo nuovamente elettricità.
Secondo gli sviluppatori la batteria sottomarina avrebbe un’efficienza compresa tra il 70% e l’80% e vanterebbe un numero illimitato di cicli di carica e scarica, per una durata operativa di oltre 20 anni.
La batteria sottomarina è un progetto così innovativo da aver immediatamente guadagnato l’ambito CES Innovation Award.