L’Enea ha pubblicato e presentato il decimo “Rapporto annuale sull’efficienza energetica” e il dodicesimo “Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti”.
Dai dati è emerso che in Italia, negli ultimi 15 anni, per effetto dei meccanismi di detrazione fiscale, sono stati investiti oltre 53 miliardi di euro per l’efficienza energetica.
Per quanto riguarda gli obiettivi previsti dai piani nazionali ed europei, invece, sono stati centrati rispettivamente all’80% e al 90%, soprattutto per il traino del comparto residenziale.
Gli incentivi, fino a questo momento, hanno consentito di riqualificare una parte importante del parco abitativo, di ridurre i consumi e di rilanciare il settore dell’edilizia, ma i prossimi 10 anni saranno decisivi per rispettare il limite di 1,5 °C entro il 2030 e per centrare questo obiettivo sarà necessario almeno raddoppiare il tasso di riqualificazione energetica degli edifici.
L’efficienza energetica, infatti, è al primo posto delle politiche europee per la decarbonizzazione e il settore edilizio è a tutti gli effetti l’elemento centrale nell’ambito di quest’ambiziosa transizione ecologica.
Sul fronte dell’ecobonus del 65% (il meccanismo per incentivare l’efficienza energetica negli usi finali introdotto nel 2007) i report dell’Enea evidenziano oltre 45 miliardi di investimenti realizzati al 2020, con un risparmio complessivo di circa 19.000 GWh/anno, derivanti essenzialmente da interventi parziali su singole unità immobiliari.
Lo scorso anno sono stati completati oltre 486 mila interventi di riqualificazione energetica che hanno consentito di risparmiare 1.362 GWh/anno. La maggior parte riguarda l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti e la sostituzione delle finestre, mentre oltre 500 milioni sono stati investiti per l’isolamento termico degli edifici, 270 milioni per le schermature solari e 175 milioni per la riqualificazione globale degli immobili.
Dall’analisi dei dati di poco più di un anno di attuazione del superecobonus 110%, si evidenzia al 30 novembre 2021 un investimento totale ammesso a detrazione pari a 11,94 miliardi di euro, di cui 8,28 miliardi per interventi già conclusi.
Sul fronte del risparmio obbligatorio 2014-2020, stabilito dalla Direttiva sull’Efficienza Energetica, l’obiettivo di 297.300 GWh/anno è stato raggiunto per circa il 91%, arrivando a quota 270.300 GWh/anno; i maggiori contributi sono venuti dai certificati bianchi (97.600 GWh/anno) e dal sistema di detrazioni fiscali (120.900 GWh/anno).
Quanto al Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica (PAEE) 2017, invece, i risparmi conseguiti nel periodo 2011-2020 hanno consentito di raggiungere l’82% dell’obiettivo indicato, rispetto al 77% dell’anno precedente. Al 2020 sono stati risparmiati 148.000 GWh/anno, principalmente per il contributo del settore residenziale, con una riduzione di 73.620 GWh/anno, pari al 172,5% dell’obiettivo PAEE; a seguire, in termini di percentuale di raggiungimento dell’obiettivo, il terziario con 9.537 GWh/anno (66,6%), l’industria con 38.260 GWh/anno (64,5%) e i trasporti con 26.630 GWh/anno (41,6%).
L’emergenza covid, inoltre, ha avuto un impatto negativo sulla povertà energetica.
Secondo le stime Enea, infatti, nel 2020 sulla spinta della pandemia la povertà energetica nel nostro Paese potrebbe attestarsi intorno al 10%, rispetto all’8,3 del 2019 e all’8,8% del 2018.
Le regioni del meridione risultano le più colpite, con tassi di povertà energetica compresi tra il 13% e il 20% e i nuclei familiari in cui una donna detiene la quota di reddito più elevata, e in cui siano presenti 2 o più figli, registrano tassi di povertà energetica maggiori di circa 2 punti percentuali rispetto a quelli guidati da uomini.