A primavera scorsa è stato condotto il sondaggio di Eurobarometro sul cambiamento climatico sottoposto a 26.669 persone appartenenti a gruppi sociodemografici differenti dei 27 Stati membri dell’Unione Europea.
Dall’analisi dei risultati è emerso che i cittadini europei vedono nei cambiamenti climatici il problema più grave che il mondo si trova ad affrontare: oltre nove persone intervistate su dieci, infatti, sostengono che i cambiamenti climatici siano un problema grave (93%) e quasi otto su dieci (78%) lo ritengono molto grave.
Alla domanda di individuare il problema più grave a livello globale, oltre un quarto (29%) ha indicato i cambiamenti climatici (18%), il deterioramento della natura (7%) o i problemi di salute causati dall’inquinamento (4%).
Nove cittadini dell’UE su dieci, inoltre, concordano sulla necessità di ridurre al minimo le emissioni di gas a effetto serra, compensando allo stesso tempo le emissioni residue affinché l’UE raggiunga la neutralità climatica entro il 2050.
L’87% degli intervistati pensa anche che sia importante fissare obiettivi ambiziosi per aumentare il ricorso alle energie rinnovabili e la stessa percentuale crede che sia importante che l’UE fornisca un sostegno per migliorare l’efficienza energetica.
Nonostante la pandemia e le difficoltà economiche che gli europei si trovano ad affrontare, quindi, i dati mostrano come il sostegno per l’azione climatica resti elevato: i cittadini sono consapevoli dei rischi a lungo termine rappresentati dalle crisi del clima e della biodiversità e si aspettano un’azione da parte dell’industria, dei governi e della Comunità Europea.
Il 64% dei cittadini dell’UE sta già agendo individualmente a favore del clima e compie consapevolmente scelte sostenibili nella vita quotidiana.
Alla domanda su chi debba affrontare il problema dei cambiamenti climatici, i cittadini hanno indicato i governi nazionali (63%), il settore commerciale e industriale (58%) e l’UE (57%); oltre otto intervistati su dieci (81%) concordano, inoltre, sul fatto che le energie pulite dovrebbero ricevere un maggiore sostegno finanziario pubblico, anche se questo comporta una riduzione dei sussidi per i combustibili fossili.
Tre quarti degli europei (75%), infine, ritengono che gli investimenti per la ripresa economica dovrebbero concentrarsi principalmente sulla nuova economia verde.
Tutti gli intervistati hanno chiara la consapevolezza che la lotta al cambiamento climatico porta con sé opportunità per i cittadini dell’UE e per l’economia europea: quasi otto europei su dieci (78%), infatti, concordano sul fatto che l’azione a favore del clima si tradurrà in innovazioni che renderanno le imprese europee più competitive e che la competenza dell’UE in materia di energie pulite in paesi extraeuropei possa contribuire a creare nuovi posti di lavoro nell’UE.
Il 70% degli intervistati ritiene che ridurre le importazioni di combustibili fossili possa avvantaggiare economicamente l’UE e il 74% concorda sul fatto che i costi dei danni causati dai cambiamenti climatici siano molto superiori agli investimenti necessari per la transizione verde.