In un’ottica di economia circolare, in Costa Rica, nel 1998, è stato effettuato un esperimento volto all’uso degli scarti della lavorazione delle arance come concime. Dopo aver sparso migliaia di tonnellate di residui di arancia su tre ettari di terreni esausti la superficie ha mostrato un’incredibile ripresa della foresta.
Sulla base di quest’esperimento, i ricercatori dell’ETH di Zurigo e dell’Università delle Hawaii hanno portato avanti un altro progetto che prevedeva di utilizzare come concime un altro scarto della lavorazione alimentare: la polpa del caffè.
Quest’ultima costituisce più del 50% in peso del raccolto e, solitamente, è usata solo in minima quantità per prodotti farmaceutici o per mangimi per animali, nonostante sia molto ricca di lignina, proteine e zuccheri.
Il nuovo esperimento ha preso il via grazie a 30 camion che hanno riversato la polpa di caffè su un’area di 35×40 metri, formando uno strato profondo 40-50 cm di concime naturale.
Nei due anni successivi sono stati prelevati campioni a cadenza regolare, per verificare i mutamenti del terreno, e sono state anche effettuate misurazioni in superficie e dall’aria, grazie all’impiego di droni.
I risultati hanno evidenziato che il terreno concimato con la polpa di caffè ha mostrato molto presto segni di recupero e le piante della foresta adiacente hanno velocemente rimpiazzato quelle invasive derivanti dai pascoli precedenti, che costituiscono un ostacolo al ripristino delle zone boschive e che sono state eliminate dallo spesso strato di concime naturale.
Dopo due anni, gli alberi insediati sul caffè avevano già occupato l’80% del terreno e l’analisi dettagliata delle componenti dei diversi strati di terreno ha dimostrato un’elevata concentrazione di carbonio, azoto e fosforo nell’area trattata.
Chiaramente, sarà necessario ulteriore tempo per verificare la presenza di eventuali effetti negativi e calcolare tutti i costi delle operazioni, ma al momento l’esperimento appare come una via percorribile e consigliabile, rappresentando un valido approccio per il ripristino delle foreste e il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dagli Accordi di Parigi.