AstraRicerche ha condotto uno studio per McDonald’s volto ad indagare le aspettative e i comportamenti dei giovani, tra i 15 e i 25 anni, nei confronti della transizione ecologica.
I risultati della ricerca evidenziano che le giovani generazioni conoscono bene il concetto di transizione ecologica della filiera alimentare (60%), ma affermano anche di voler sapere qualcosa in più sul tema (40%).
In aumento risulta l’interesse dei ragazzi per il cibo, che li porta a muoversi per visitare sagre, eventi e fiere a tema, sia all’interno della propria regione (33%), sia in altre regioni (21%).
Allo stesso tempo, però, l’attenzione è dedicata anche alla sostenibilità ambientale (72%) e sociale (66%), considerata fondamentale da 7 giovani su 10; solo 4 intervistati su 10, però, dichiarano di fidarsi degli annunci fatti dalle aziende in quest’ambito.
Nonostante questo, il 97% del campione dichiara di essere disposto a pagare un prezzo più alto per un prodotto garantito come sostenibile in quanto, in oltre la metà dei casi (56%), è diffusa l’idea che l’etichetta di “sostenibilità” corrisponda a un prodotto migliore da un punto di vista qualitativo.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale della filiera, invece, la generazione Z mette al primo posto gli sprechi (51%), seguiti dal trasporto (47%), dalla lavorazione/trasformazione industriale (44%) e dal packaging (40%).
Il concetto di “transizione ecologica” per i giovani è associato anche alla valorizzazione del cibo e delle eccellenze locali: il 51% degli intervistati, infatti, ritiene che le differenti tradizioni alimentari delle regioni rappresentino un grosso punto di forza del Paese. A questo dato si associa la convinzione, per il 58% del campione, che la definizione di cibo “locale” corrisponda a quella regionale o del gruppo di regioni limitrofe.
La ricerca, inoltre, ha evidenziato un alto livello di conoscenza delle certificazioni “DOP” e “IGP” (91% degli intervistati).
Minore, ma comunque alto, è invece il livello di fiducia nelle certificazioni alimentari: il 66% del campione ritiene il marchio “Made in Italy” sinonimo di garanzia, il 62% crede nel marchio “DOP” e il 56% in quello “IGP”.
Un altro punto, analizzato all’interno dello studio, è il settore della ristorazione che, tra i giovani italiani, ha un’immagine molto positiva: il 70% degli intervistati lo considera un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, il 66% lo vede parte fondamentale dell’economia e la stessa percentuale (66%) vede prioritariamente le possibilità lavorative offerte dal settore.
Alla ristorazione, inoltre, è riconosciuto un ruolo anche a livello sociale: il 58% dei giovani intervistati, infatti, si aspetta che questo settore si adoperi per educare il consumatore ai corretti stili alimentari; il 55% pensa che gli operatori del settore dovrebbero invitare i cittadini ad essere più responsabili, il 57% desidera che la politica ambientale dei locali in cui si reca sia ben esplicitata, il 56% dichiara di preferire i punti di ristorazione che lo fanno e il 52% sostiene di prestare già attenzione all’impegno per la riduzione dell’impatto ambientale.