Ghelfi Spurghi è un’azienda emiliana operante nel settore ambientale (spurghi, bonifiche ambientali, smaltimento rifiuti, disidratazione fanghi, etc). L’azienda nasce negli anni ’70, quando Fabrizio Ghelfi si ingegnò per aiutare il padre muratore nel disintasamento delle reti fognarie. In quel periodo le condutture intasate venivano sostituite con lavori edili e i servizi di spurghi venivano effettuati da botti agricole trainate da trattori. Fabrizio provò quindi a disotturare dei tratti fognari demoliti con una pompa agricola collegata ad una cisterna e posizionata su un vecchio furgone, dal successo di queste prove nacque la “Ghelfi Ivano”, che divenne poi “Ghelfi Spurghi”. Attualmente l’azienda ha ampliato gli ambiti di intervento, divenendo un punto di riferimento anche in altri settori, come quello dei veicoli mobili per la disidratazione dei fanghi.
Il processo
I sistemi mobili per la disidratazione dei fanghi consentono di separare qualsiasi tipo di fango in loco, facilitando lo smaltimento grazie ad un minor volume di materiale solido. È così possibile riutilizzare o riciclare subito il liquido ottenuto dalla separazione, con innegabili vantaggi di carattere economico. Si tratta di una soluzione chiavi in mano, facile da trasportare e da installare in cantieri di lavoro o aree remote. Il cuore di questi sistemi sono le macchine Vogelsang, in particolare la pompa a lobi Serie VX e il trituratore in fase liquida RotaCut, che convogliano il fango all’interno dei sistemi di disidratazione (centrifughe fanghi, etc). In particolare la pompa a lobi, con le sue capacità autoadescanti, preleva il fango e si occupa di pomparlo, con precisi valori di portata e pressione, al sistema di disidratazione. Il trituratore, invece, posto prima della pompa a lobi, svolge una funzione di sminuzzamento e dei corpi solidi presenti all’interno del fango (sfilacci, fibre lunghe, etc) e di separazione degli inerti (sassi, plastiche, etc), rendendo il fango stesso meno “usurante” per i sistemi a valle e maggiormente separabile, in modo da aumentare così l’efficienza dell’intero processo.
Problematiche iniziali
I primi sistemi mobili venivano alimentati da una pompa monovite (a vite eccentrica), la quale era responsabile di tutto il processo di pompaggio e alimentazione del sistema di disidratazione, ma questa tecnologia presentava diverse controindicazioni:
usura elevata dello statore e del rotore (con elevati costi di ricambistica), poca precisione nella regolazione di portata e pressione, problematiche per gli interventi di manutenzione dovuta alla difficile accessibilità (conseguenti alti costi di manodopera), nessuna separazione e triturazione dei corpi solidi (minor efficienza del processo e maggior rischio di guasti), impossibilità di funzionamento a secco, spazi di installazione molto ingombranti. Pertanto, questa tecnologia non risultava funzionale per le necessità lavorative, oltre a creare diverse problematiche operative ed economiche.
La soluzione
La soluzione adottata prevede l’utilizzo di un sistema skid composto da un trituratore RC 3000 e una pompa VX 136-105Q. Tutto il sistema viene controllato dal quadro di controllo intuitivo, all’interno del quale si impostano facilmente i parametri di funzionamento ottimali per ogni lavoro.
Vantaggi e benefici possono essere così riassunti: minore usura dei materiali a contatto con il prodotto trattato, precisione nella regolazione del pompaggio (pressione e portata), interventi di manutenzione facili e veloci (grazie al principio QuickService), efficienza di lavoro ottimale (triturazione e separazione corpi estranei), spazi di installazione ridotti e di facile accesso.
Tali vantaggi hanno reso più efficiente l’intero processo, secondo il cliente, che ha dichiarato: “Riesco ad avere un controllo maggiore sul sistema, il quale risulta di più facile gestione, con miglioramenti sull’efficienza e sulla manutenzione dello stesso”.