La stilista fiorentina Chiara Boni ha lanciato nel 2008 la linea “La Petite Robe”, composta da capi innovativi, facili da lavare, che non necessitano di stiratura e, soprattutto, che sono amici dell’ambiente.
A luglio scorso, il brand ha ricevuto il premio della Comunita’ Europea come primo marchio di moda capace di misurare l’impatto ambientale del ciclo produttivo dei propri abiti. Per fare questo, utilizza la “Pef” (Product Environmental Foot-print), una metodologia che consente di misurare le prestazioni ambientali lungo il ciclo di vita dei prodotti e dei servizi.
Lo stesso riconoscimento era arrivato, ad aprile, alla Eurojersey, l’azienda che fornisce i tessuti alla stessa Chiara Boni.
Questa certificazione verifica l’impronta che il ciclo produttivo lascia sul pianeta attraverso tre indicatori: quantita’ d’acqua, di energia e di carbone.
Per esempio, uno degli otto capi iconici della collezione per i quali e’ stato calcolato l’impatto ambientale, impatta sull’ambiente per l’impronta di carbonio al pari della produzione di 8 kg di pasta, per quella idrica come per 13 litri di vino e, a livello energetico, e’ come se si dovessero percorrere 54 km in auto.