Il servizio Copernicus Climate Change Service (C3S), insieme al Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) per conto dell’Unione Europea, ha annunciato i risultati chiave del 2018 nella propria analisi annuale sullo Stato del Clima Europeo (European State of the Climate).
L’analisi rivela che il 2018 e’ stato uno dei tre anni piu’ caldi mai registrati in Europa: tutte le stagioni hanno registrato temperature sopra la media stagionale, con un’estate che e’ stata la piu’ calda mai registrata (1.2 ¡C sopra la media).
Le regioni dell’Europa settentrionale e centrale hanno anche attraversato un lungo periodo di siccita’; le precipitazioni stagionali, infatti, sono state inferiori dell’80 percento rispetto alla norma per la primavera, l’estate e l’autunno, con conseguenze sull’intera vegetazione e sui raccolti, causando perdite agricole, restrizioni idriche e bassi livelli d’acqua nei fiumi.
Al contrario, alcune zone dell’Europa meridionale hanno registrato la primavera e l’estate piuÕ piovose di sempre.
Nei primi mesi del 2018, in Europa sono state registrate anche diverse ondate di freddo che hanno interessato la maggior parte del continente e forti nevicate hanno colpito vaste aree dell’Europa, compreso il Regno Unito.
In tutta Europa, le precipitazioni estreme sono state sotto la media, ma si sono verificati alcuni eventi specifici, e uno di particolare rilievo e’ stato l’ex uragano Leslie, che ha colpito la penisola Iberica a ottobre. Si tratta della tempesta piu’ forte verificatasi nellÕarea dal 1842, che ha causato forti precipitazioni e inondazioni nel nord della Spagna e nel sud-ovest della Francia.
Cosi’ come sono aumentate le temperature nel corso dell’anno, sono aumentate anche le ore di esposizione al sole.
L’impatto sui ghiacciai alpini e’ stato significativo, con le Alpi europee che hanno subito le maggiori perdite di massa, mentre le temperature superficiali dei laghi europei sono state le piu’ alte dall’inizio delle prime registrazioni nel 1995. Il pericolo d’incendio e’ stato sopra la media in molte parti dell’Europa settentrionale, in particolare in Scandinavia e intorno al Mar Baltico, con gli incendi in Svezia considerati come i piu’ gravi della storia moderna. Di conseguenza, l’Europa settentrionale ha registrato i livelli annuali piu’ elevati di emissioni annue causate da incendi dal 2003.
L’inverno del 2018, inoltre, e’ stato il primo, da quando sono iniziate le osservazioni satellitari dei ghiacci marini, in cui si e’ formata un’ampia area di acqua libera dai ghiacci, nota come ‘polinia’, a nord della Groenlandia.
La copertura di ghiaccio marino inferiore alla media e’ un trend costante per l’Artico europeo: durante i mesi estivi, il ghiaccio marino e’ stato inferiore di oltre il 30 percento rispetto alla media a lungo termine.
Il report include anche dati sui 3 principali gas serra (CO2, CH4 e N2O) mostrando come i flussi dei gas serra sulla superficie globale, stimati al netto, siano aumentati negli ultimi decenni.
Il contenuto dello Stato del Clima Europeo si basa su una serie di indicatori chiave che includono sia dati satellitari sia dati raccolti in loco, oltre alla rianalisi globale basta su modelli informatici che utilizzano una combinazione di algoritmi e molteplici fonti di dati storici, e risultati tratti direttamente da modelli informatici.