Alla centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, i tecnici della societa’ che gestisce l’impianto e la messa in sicurezza, sono impegnati nella complicata operazione di recupero del combustibile fuso sul fondo del rettore 2, una delle tre unita’ danneggiate dopo il violento terremoto e tsunami del 2011.
Le operazioni procedono a rilento e le unita’ robotiche hanno faticato a individuare il materiale a causa dell’intensitaÕ delle radiazioni: il livello riscontrato all’interno dei reattori, infatti, si e’ rivelato fino a 5 volte superiore a quello ipotizzato.
Il primo tentativo per indagare sulla fragilita’ del materiale e’ andato a buon fine: il robot e’ riuscito a spostare alcuni pezzi di combustibile radioattivo.
Il procedimento, ovviamente, richiede una gran cautela, vista l’instabilita’ del combustibile, che potrebbe portare a esplosioni durante i lavori di neutralizzazione.
Secondo le informazioni diffuse, la sonda telecomandata inviata nell’Unita’ 2 e’ stata in grado di catturare 5 detriti di ridotte dimensioni, sollevandoli per circa 5 centimetri.
L’obiettivo della societa’ e’ quello di rimuovere tutto il combustibile nucleare a partire dal 2021, ma le attivita’ di bonifica sono rallentate anche dal problema dell’accumulo di acqua contaminata nell’impianto, visto che lo spazio nei 900 serbatoi impiegati per lo stoccaggio provvisorio si sta esaurendo.