Renewables 2024: quale sarà il futuro delle rinnovabili?
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha pubblicato i dati del report “Renewables 2024”, secondo i quali al 2030 quasi la metà del fabbisogno mondiale di elettricità sarà soddisfatto da fonti di energia rinnovabile.
Dal rapporto emergono cifre importanti per i prossimi anni: grazie all’adozione di politiche energetiche ad hoc, nel mondo si aggiungeranno oltre 5.500 gigawatt di capacità rinnovabile. Protagonista assoluta sarà l’energia solare, grazie alla sua rapida diffusione e ai costi in costante diminuzione.
Ma quale Stato dominerà il futuro delle rinnovabili? Stando ai dati, sarà la Cina a monopolizzare il settore: entro il 2030, infatti, questo Paese possederà più della metà della capacità rinnovabile globale. Al contempo, anche l’India registra un tasso di crescita molto rapido rispetto ad altre economie mondiali, puntando a consolidare la propria posizione nel settore delle rinnovabili investendo in innovazioni tecnologiche.
Quale sarà la tecnologia protagonista dell’aumento della capacità rinnovabile globale? L’energia solare fotovoltaica, che aumenterà dell’80%, grazie allo sviluppo di grandi impianti solari e pannelli fotovoltaici sui tetti. Anche l’eolico, però, è destinato a crescere vertiginosamente: si stima, infatti, che la capacità eolica raddoppi nel prossimo decennio.
Nonostante i dati dell’IEA confermino la tendenza positiva delle energie rinnovabili, le proiezioni non risultano attualmente in linea con le ambizioni della COP28, in cui circa 200 Paesi si sono impegnati a triplicare la propria capacità rinnovabile entro il decennio. Questo ambizioso obiettivo sarà possibile a patto che i governi rafforzino la cooperazione internazionale e mettano in campo piani ben strutturati.
Rinnovabili: le sfide del settore
Sebbene il significativo aumento di energia rinnovabile nel mondo stia rivoluzionando positivamente il settore dell’energia, è fondamentale considerare le insidie che si nascondono dietro tale rivoluzione.
Una tra queste è il curtailment, ovvero lo spreco di energia pulita non immessa nella rete, che cresce costantemente, raggiungendo anche il 10% del totale in alcuni Paesi. Per arginare questo fenomeno, è fondamentale rendere i sistemi elettrici più flessibili e snellire le procedure autorizzative.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha lanciato un appello ambizioso: costruire e modernizzare ben 25 milioni di km di rete elettrica e raggiungere una capacità di stoccaggio di 1.500 GW entro il 2030. Entro questa data, le rinnovabili dovrebbero coprire il 20% dei consumi energetici finali a livello globale, un balzo significativo rispetto all’attuale 13%.
Ma non è sufficiente. Per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali è fondamentale accelerare l’adozione di biocarburanti sostenibili, biogas, idrogeno ed e-fuel; nonostante i progressi, infatti, secondo le stime questi combustibili alternativi rappresenteranno meno del 6% dell’utilizzo globale al 2030.
Infine, emerge il problema dei costi di produzione dei pannelli solari. Paesi come l’India e gli Stati Uniti puntano a triplicare la loro capacità produttiva entro il 2030, diversificando così la produzione globale, ma i costi di produzione negli USA sono tre volte superiori a quelli cinesi, mentre in India sono il doppio. I governi, quindi, sono chiamati a bilanciare i costi aggiuntivi della produzione locale con i benefici in termini di occupazione e sicurezza energetica.