Il Second hand è sempre più diffuso
L’acquisto e la vendita di prodotti second hand è un’abitudine ormai consolidata tra i consumatori italiani: il 64%, infatti, compra regolarmente prodotti usati e per il 47% delle persone questi rappresentano la prima scelta d’acquisto.
Questi i dati contenuti nella nuova edizione di La Red del Cambio (“La Rete del Cambiamento”), una ricerca condotta da Wallapop e 40db per indagare sulla percezione degli italiani riguardo ai modelli di consumo consapevole e all’economia circolare.
Si tratta di una tendenza destinata a stabilizzarsi nel lungo periodo: infatti, 9 persone su 10 dichiarano che nei prossimi tre anni acquisteranno almeno tanti prodotti second hand quanto ora, se non di più.
Questo consolidamento di un modello di consumo più circolare non si riflette solo nell’acquisto di prodotti di riuso, ma anche nella loro vendita: attualmente, l’86% degli italiani almeno una volta all’anno passa in rassegna i prodotti che ha in casa per venderli e, tra cinque anni, il 79% ritiene che lo farà molto spesso.
Le motivazioni della compravendita second hand
In un contesto socio-economico caratterizzato dall’inflazione, per il 95% delle persone il prezzo è il fattore determinante in tutte le decisioni di consumo, tuttavia, nell’acquisto e nella vendita di beni di riuso, ad esso si aggiungono motivazioni più emotive, legate a un approccio diverso, non basato su motivazioni economiche.
Infatti, il 53% di chi acquista prodotti second hand è spinto dal desiderio di consumare in modo più responsabile, perché cerca prodotti originali, fuori produzione, speciali o con una storia alle spalle.
Allo stesso tempo, il 71% di chi vende beni di riuso lo fa per non accumulare oggetti in casa, promuovere un consumo più responsabile, aiutare gli altri o perché si sente più alla moda.
Le prospettive future
Se oggi, in Italia, l’acquisto e la vendita di prodotti second hand è già un’opzione ricorrente, in futuro lo sarà ancora di più; infatti, oltre il 50% degli acquirenti di prodotti di seconda mano ritiene che tra 5 anni comprare articoli di riuso sarà tra le prime scelte e più di 3 consumatori di prodotti di seconda mano su 10 ritengono che in futuro acquisteranno un numero maggiori di questi articoli rispetto a quelli nuovi.
Entro il 2030, il 93% rifletterà di più sulla necessità di un prodotto prima di acquistarlo e l’85% preferirà vendere prodotti di cui non ha bisogno in modo che altri possano usarli, piuttosto che tenerli.
Questo desiderio di sostenibilità si riflette anche in nuove richieste da parte dei consumatori, legate soprattutto a una maggiore trasparenza in termini di sostenibilità e qualità dei prodotti: l’80% apprezzerebbe poter visualizzare l’impatto ambientale dei propri acquisti, il 71% preferisce un prodotto di qualità acquistato di seconda mano rispetto a un prodotto nuovo ma più scadente. Inoltre, 9 persone su 10 sarebbero interessate a vedere sui prodotti un’etichetta che dia informazioni sulla loro durata, composizione o riciclabilità.
Le nuove tecnologie possono svolgere un ruolo fondamentale, infatti, gli strumenti di realtà aumentata e l’intelligenza artificiale saranno di grande aiuto nelle decisioni di acquisto, secondo il 78% delle persone; nel capire quali prodotti della propria casa non usano quasi mai e a venderli (78%); e nel sapere quanto si potrebbe guadagnare vendendoli su piattaforme di riuso (84%).
Nuovi modelli di consumo second hand
In vista del futuro della vendita e dell’acquisto di prodotti di riuso, l’uso maggioritario di questo tipo di articoli tra la popolazione italiana ha portato i consumatori a cercare nuovi modelli nel settore, spingendo la sofisticazione e la nascita di altri professionisti. In questo senso, i prodotti ricondizionati, cioè quelli che vengono riutilizzati ma che sono stati sottoposti a un processo di revisione e garanzia professionale, conosceranno una domanda crescente.
Attualmente, il 60% delle persone dichiara di aver acquistato più prodotti ricondizionati rispetto all’anno scorso; tra 5 anni, 8 su 10 di loro acquisteranno tanti prodotti ricondizionati quanti nuovi, se non di più, e solo il 7% dei consumatori non avrà mai acquistato questo tipo di articoli. Inoltre, il 92% di loro dichiara che acquisterà una quantità maggiore o uguale di prodotti ricondizionati rispetto a oggi.
Wallapop in Italia
I dati registrati da Wallapop in occasione del suo terzo anniversario in Italia testimoniano la crescita del mercato second hand nel nostro Paese. La piattaforma, che conta 19 milioni di utenti attivi mensili nei tre mercati dove è presente (Italia, Spagna e Portogallo), ha registrato, rispetto all’anno precedente, nel nostro Paese una crescita del +124% delle transazioni e del +89% di visite mensili. Anche per quanto riguarda le vendite, gli italiani scelgono sempre più spesso di dare una seconda vita agli oggetti che non utilizzano più: gli annunci sulla piattaforma sono aumentati del +97%, con una preferenza per la categoria Tecnologia ed Elettronica, dove i prodotti messi in vendita sono quasi raddoppiati (+99%).
“Rispetto a qualche anno fa, in Italia il mercato del second hand ha fatto molti passi avanti in un contesto economico come quello attuale, dove il riuso si presenta come una risposta alle tensioni tra sostenibilità, prezzo e riduzione del potere d’acquisto – commenta Pol Fábrega, responsabile della sostenibilità di Wallapop – Il nostro obiettivo è quello di eliminare le barriere e i pregiudizi associati all’acquisto e alla vendita di questo tipo di prodotti, contribuendo a renderla un’opzione sempre più diffusa in Italia, oltre che un’alternativa per vendere gli oggetti di casa e dar loro una seconda vita, favorendo un consumo più circolare”.