Come è noto, in qualunque settore è necessario agire in modo deciso per invertire le tendenze antropiche che stanno mettendo a dura prova il nostro Pianeta. E, senza dubbio, il comparto delle costruzioni è tra questi, essendo responsabile di circa il 40% delle emissioni di CO₂ a livello globale e della perdita di suolo connessa a un’urbanizzazione sempre più spinta. Importante, quindi, abbattere l’impronta ambientale nell’ambito dell’edilizia industriale, i cui principali tipi di emissioni sono quelle operative, prodotte dai consumi energetici, e quelle incarnate, ovvero causate dalla produzione dei materiali e dalle attività di costruzione.
Le aziende del settore devono attuare modelli di costruzione sostenibili basati sulla ricerca legata ai materiali e sul concetto di brownfield, ovvero il recupero di aree già edificate e dismesse, per risparmiare terreno verde.
Allo scopo, ad esempio, esistono particolari calcestruzzi basso emissivi, che arrivano a meno di 180-200 kgCO₂/mc. Ma sono allo studio soluzioni ancor più performanti in termini sostenibilità, che permettono riduzioni di CO₂ abbattute di un ulteriore 10%.
Per quanto fondamentale, la ricerca sui materiali non è l’unica strategia da adottare, perché fondamentale è costruire su zone precedentemente urbanizzate e poi dismesse, piuttosto che su terreni vergini o agricoli.
Categorie: News, Sostenibilità
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