Secondo il Circularity Gap Report 2024 presentato da Deloitte e Circle Economy Foundation in occasione dell’ultimo World Economic Forum, nonostante la crescente rilevanza del tema all’interno del dibattito economico, mediatico e politico, soltanto il 7,2% dell’economia a livello globale è davvero circolare, registrando un calo del 2,1% negli ultimi cinque anni (dal 9,1% nel 2018). Nel Report si stima che il graduale raggiungimento di un’economia circolare non solo contribuirà a ridurre le emissioni climalteranti del 40%, ma genererà anche quasi 2 milioni di posti di lavoro e diventerà un mercato da 2-3 miliardi di dollari nei prossimi anni.
Rispetto ai trend registrati a livello globale, l’Italia risulta uno dei Paesi dell’Unione Europea con la miglior performance nel settore del riciclo, con percentuali che superano l’80% di rifiuti speciali avviati a forme di recupero. Secondo l’ultimo rapporto Ispra, infatti, i rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia sono pari a circa 178,1 milioni di tonnellate, di cui 147,8 milioni di tonnellate avviati a recupero. Inoltre, il nostro Paese, già nel 2022, aveva raggiunto e superato di oltre 7 punti percentuali l’obiettivo al 2025 del 65% di riciclo del packaging post-consumo e di 1,5 punti percentuali il target del 2030.
Solo nell’Unione Europea si producono ogni anno più di 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti, cifra che sottolinea l’urgenza di rivoluzionare l’approccio al consumo e alla gestione delle risorse. In questo contesto, il trattamento efficiente dei residui industriali non è solo una questione ambientale ma diventa un imperativo economico e operativo.
Categorie: Economia circolare, News
Share this post