I ricercatori del Centro Ricerche ENEA di Portici (Napoli) hanno messo a punto un processo a basso costo che rende autopulenti gli specchi degli impianti solari, senza comprometterne le proprietà riflettenti, riducendo il costo dell’energia elettrica e i consumi d’acqua per il lavaggio.
“Il processo che abbiamo sviluppato – spiega Anna Castaldo, ricercatrice ENEA e responsabile del progetto – permette di affrontare un problema fin qui insoluto grazie a un processo di rivestimento che modifica la bagnabilità degli specchi, cioè la capacità di entrare in contatto con l’acqua, preservandone le proprietà ottiche e possibilmente svolgendo una funzione protettiva rispetto ad erosione e corrosione”.
Generalmente, gli impianti solari vengono posizionate in aree semiaride dove l’irraggiamento è molto alto e si sporcano con sabbia, polveri, pollini e deiezioni di volatili; la loro pulizia, fondamentale per un corretto funzionamento, comporta che il costo dell’energia elettrica prodotta includa le operazioni di lavaggio e manutenzione. Per questo motivo, il consumo di acqua necessaria rappresenta uno dei fattori chiave per valutare la profittabilità degli impianti stessi.
“Per ovviare a questo problema – prosegue Castaldo – abbiamo pensato di cambiare ‘pelle’ agli specchi solari avvalendoci di una tecnica semplicissima quale lo spray a bassa pressione di un materiale proveniente dal settore automobilistico e di una filiera ben consolidata come quella della verniciatura. Infatti, come gli specchi solari, le auto sono esposte alle intemperie, ma vengono lavate usualmente senza che questo ne determini un’usura. Da qui l’idea di selezionare alcuni componenti delle loro vernici, quelli con i requisiti ottici idonei, e adoperarli per rivestire gli specchi. La linea di prodotti di cui si propone un cambio di destinazione d’uso è già presente in commercio e la tecnica spray ad elevato volume d’aria e bassa pressione, nota come HVLP, è una tecnica ampiamente adoperata in quanto ecosostenibile, cioè, scevra dalle problematiche legate alla presenza di propellenti inquinanti. Questo significa che esiste una filiera industriale ben consolidata che la implementa, come ad esempio quella delle vernici per autocarrozzeria e che il processo nella sua interezza è facilmente fruibile dalle aziende interessate”.
L’invenzione è applicabile a tutti i settori che richiedono una modulazione della bagnabilità abbinata a caratteristiche quali la trasparenza e la resistenza alle intemperie. Tra questi ci sono il fotovoltaico, l’anti-ghiaccio/brina e l’illuminazione per esterni.
Il brevetto, che ha un indice di trasferimento tecnologico elevato su specchi nuovi (TRL 7-8), prevede anche la possibilità di applicarlo a specchi solari già installati (retrofitting).
Categorie: Energia rinnovabile, News
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