I tassi di riciclo di carta e cartone sono in contrazione da cinque anni a questa parte, con una media UE dell’81% nel 2022. Un aumento anche solo del 9% potrebbe aggiungere 5 milioni di tonnellate di materiale per un controvalore fino a 1 miliardo di euro ai flussi di riciclo entro il 2030, secondo una ricerca condotta da DS Smith.
Lo studio “Wasted Paper: A Pathway To Better Recycling” dà chiare indicazioni per aiutare a portare questa percentuale al 90%, dando un forte impulso all’economia circolare, con uno dei materiali più riciclati in Europa.
Il piano d’azione tiene conto del fatto che la crescita dell’e-commerce contribuisce a un aumento dei consumi di packaging, con nuovi dati che stimano 39 milioni di tonnellate di carta e cartone utilizzate ogni anno dai Paesi dell’UE entro il 2030.
Lo studio rivela inoltre che i tassi di riciclo potrebbero essere maggiori fra le persone più giovani. Infatti, meno di due terzi (62%) degli europei fra i 18 e i 24 anni riciclano la maggior parte della carta e cartone che utilizzano, paragonati all’88% degli over 65. Questo dato potrebbe riflettere una mancanza di comprensione e fiducia nel riciclo, considerato che solo il 62% della Gen Z è convinto che i rifiuti che producono vengano smaltiti correttamente dalle organizzazioni preposte, paragonata al 72% degli over 65. A titolo di paragone, la percentuale di italiani fra 18 e 24 anni che ricicla almeno l’80% della carta e cartone che utilizza è di oltre il 66%, dei quali il 54,6% è convinto che i rifiuti siano smaltiti correttamente dalle autorità e il 31% non ha un’opinione in merito.
L’Italia è in controtendenza, con un tasso di riciclo di crescita media dello 0,4% annuo e proiettato a raggiungere il 90% entro il 2030, svettando tra tutti i Paesi analizzati nella ricerca; rimane tuttavia del lavoro da svolgere, con una proiezione di 3,9 milioni di tonnellate di materiale non riciclato, pari a un valore di 720 milioni di euro da qui al 2030. In generale, i tassi e la domanda di riciclo differiscono tra le nazioni europee, con la Germania che produce tanto materiale di imballaggio in carta e cartone quanto i 24 Paesi che producono meno rifiuti messi insieme. Questo Paese ha comunque un tasso di riciclo superiore alla media, pari all’84%, migliore di altri grandi produttori come Francia (82%), Regno Unito (74%) e Spagna (72%).
Per accrescere i tassi di riciclo, DS Smith si appella ai legislatori europei e nazionali, e alle amministrazioni locali per lavorare di concerto all’implementazione delle seguenti quattro raccomandazioni:
- Ove non sia già previsto, legiferare per rendere obbligatoria la differenziazione a livello domestico e nelle strade;
- Introdurre sistemi di riciclo coerenti a livello nazionale;
- Standardizzare le etichette con indicazioni di riciclo e accrescere le iniziative di educazione dei consumatori;
- Creare un impianto legislativo chiaro con l’obiettivo di sostenere gli investimenti delle aziende nel riciclo.
John Melia, Strategy Development and Innovation Director della Divisione Recycling di DS Smith, dichiara: “Carta e cartone sono i materiali di packaging più riciclati in Europa e uno dei materiali che meglio si prestano alla circolarità. Tuttavia, mentre quattro oggetti di carta e cartone sono già riciclati, rimane un enorme spazio di miglioramento, con la possibilità di creare valore economico e migliaia di posti di lavoro, conservando al contempo le preziose risorse del pianeta. Se i legislatori, le autorità locali, le aziende e i consumatori collaboreranno, siamo convinti di poter fare in modo che nessun packaging diventi un rifiuto”.
Paolo Marini, Managing Director di DS Smith Packaging Italia, aggiunge: “Nel contesto della ricerca condotta, l’Italia si dimostra particolarmente virtuosa con un tasso di riciclo che parte da una proiezione superiore all’80% nel 2023, a fronte di quasi 5 milioni di tonnellate prodotte, e una proiezione tendenziale che ci dovrebbe vedere raggiungere il 90% nel 2030, ottenendo il migliore risultato tra i Paesi che hanno partecipato al sondaggio. Questo risultato testimonia l’efficacia delle normative e la sensibilità dei cittadini verso i temi della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. Per DS Smith questo è uno stimolo ad invitare legislatori, industria e cittadini a fare ancora di più per ridurre al minimo le quantità di carta e cartone che rimarranno non riciclati, nel 2030. Siamo infatti convinti che la transizione verso un modello circolare e sostenibile sia il modello di sviluppo più efficace per creare valore per tutti, aziende, cittadini e sistema Paese”.
Per ridurre l’impatto ambientale del packaging è necessario applicare criteri di circolarità alla progettazione. Quest’ultima è infatti un elemento fondamentale dell’economia circolare ed è importante ripensarne i principi in modo da svincolarsi da un approccio che tenga solamente conto delle esigenze dell’utente finale. Dobbiamo infatti tenere conto dell’impatto che la progettazione ha su ogni aspetto dell’utilizzo del prodotto e su tutti gli stakeholder, comprese le conseguenze non intenzionali del processo di progettazione.
Per rispondere a questa necessità, in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation, DS Smith Packaging ha recentemente creato un modello di design circolare basato su cinque principi:
- Proteggere i prodotti e i marchi – Innanzitutto, l’imballaggio deve saper proteggere adeguatamente il proprio prodotto, evitando impatti a livello economico e ambientale derivanti dallo spreco.
- Ottimizzare l’utilizzo dei materiali – Ottimizzare dimensioni e peso dell’imballaggio permette di ridurre i rifiuti e di salvaguardare risorse naturali.
- Pensare all’efficienza lungo la catena di fornitura – Un buon packaging deve essere efficiente, ed essere ottimizzare la logistica.
- Riciclare e riutilizzare materiali – Un modo per eliminare gli sprechi è mantenere in vita il più a lungo possibile i materiali utilizzati, riciclandoli in maniera facile e veloce.
- Continuare a lavorare sulla ricerca – Dobbiamo continuamente evolvere gli imballaggi pensandoli sempre più in chiave di economia circolare.