L’Assemblea Generale di H2IT (Associazione Italiana Idrogeno) ha evidenziato l’importanza strategica dell’idrogeno nel contesto europeo e in quello italiano, definendo le direttive per il suo sviluppo.
“Il 2023 è stato un anno di trasformazioni significative per il settore dell’idrogeno – ha commentato Alberto Dossi, presidente di H2IT – e oggi siamo di fronte a un’opportunità fondamentale per consolidare l’idrogeno come pilastro della transizione energetica. Per questo abbiamo lavorato ponendoci un obiettivo preciso: creare un ecosistema collaborativo in cui industria, ricerca, politica e territori lavorano insieme per un futuro più pulito e sostenibile anche grazie a questo vettore. L’Europa ha messo l’H2 al centro della sua politica energetica e ci sta indicando la strada da seguire, ma anche l’Italia, grazie ai fondi del PNRR, si è dimostrata ricettiva. Tuttavia, occorre lo sviluppo di una strategia nazionale sull’idrogeno per non rischiare di vanificare anni di investimenti da parte delle aziende. È necessario, inoltre, ricercare una crescita armonica, sostenibile ma senza ripensamenti. Viviamo un momento in cui la collaborazione è un fattore prioritario e sappiamo che investimenti e condivisione del know-how possono fare dell’Italia un’eccellenza in questo comparto altamente tecnologico.”
In Europa, il 2023 è stato decisivo per il settore. Durante la Hydrogen Week a Bruxelles, Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha annunciato le aste della Banca Europea dell’Idrogeno per il 2024, allocate per 2,2 miliardi di euro, stabilendo un nuovo quadro di mercato allineato con gli interventi dei Paesi Membri. Inoltre, è stato introdotto l’obbligo per gli Stati Membri di sviluppare Piani Strategici Nazionali Idrogeno, confermando l’importanza industriale del vettore e la sua centralità nel Green Deal europeo e nell’agenda politica internazionale.
Hydrogen Europe ha monitorato 924 progetti di produzione di idrogeno pulito in Europa, evidenziando che l’82% di essi si trova attualmente solo in fase di sviluppo iniziale, come concept o studio di fattibilità. Questo dato sottolinea due aspetti: da un lato, la pipeline di progetti è vasta e promettente, dimostrando l’enorme interesse e il potenziale del settore; dall’altro, emerge la necessità urgente di implementare misure che possano accelerare il percorso di questi progetti verso la fase di investimento finale, assicurando così che l’idrogeno possa svolgere pienamente il suo ruolo nella transizione energetica.
In Italia, il settore ha ricevuto un forte impulso dal PNRR, che prevede investimenti per 3,64 miliardi per sviluppare la filiera idrogeno. In particolare 450 milioni sono destinati alla realizzazione di 54 Hydrogen Valleys in tutto il territorio nazionale, 1 miliardo per l’introduzione dell’idrogeno per iniziare il percorso di decarbonizzazione dei settori Hard-to-abate, 250 milioni per lo sviluppo di stazioni di rifornimento stradale e 200 milioni per i piani industriali dedicati alla produzione di elettrolizzatori e alla loro componentistica. In aggiunta, è stata pubblicata la prima versione del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030) che stabilisce obiettivi per l’idrogeno in linea con la Direttiva Rinnovabili 3 (RED III) dell’Ue. Infine, è stata proposta una revisione del PNRR che include il capitolo Repower EU, enfatizzando ulteriormente l’importanza strategica dell’idrogeno nel contesto energetico nazionale e allineandosi con le direttive europee.
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