La transizione ecologica è un argomento di interesse globale. Le maggiori economie mondiali (Cina, Stati Uniti ed Europa), nonché i più grandi emettitori di gas serra, hanno avviato investimenti e programmi allo scopo di raggiungere l’obiettivo “net zero”.
La Cina, che punta all’obiettivo zero emissioni al 2060, è il primo Paese per investimenti per la transizione energetica con ben 546 miliardi di dollari, oltre la metà degli investimenti globali. Ma non solo, il Paese attualmente è anche il principale produttore di impianti rinnovabili e di e-car: basti pensare che in Cina sono stati prodotti la metà degli impianti eolici e solari e delle auto elettriche vendute in tutto il mondo.
Gli Stati Uniti, invece, che hanno come obiettivo le emissioni zero nel 2050, stanno investendo 140 miliardi di dollari nella transizione green e con l’Inflation Reduction Act del 2022 hanno stanziato oltre 500 miliardi di dollari per la sicurezza energetica e la transizione, dedicando particolare attenzione a batterie, rinnovabili, trasporti green, mobilità elettrica, cattura e stoccaggio di carbonio.
L’Europa, infine, candidata a diventare il primo continente “carbon free”, nel 2022 è stato il secondo Paese per investimenti nella transizione ecologica, con 180 miliardi di dollari.
Il pacchetto “Fit for 55” ha definito un quadro di target e strumenti avanzati volti ad allineare tutte le politiche agli obiettivi climatici, fra cui: un target rinnovabili al 42,5% entro il 2030; un target efficienza energetica al 2030; un nuovo meccanismo innovativo di carbon pricing sulle importazioni (CBAM) in vigore dal 2026; lo stop alla vendita di nuove auto a diesel e benzina a partire dal 2035 si avvia.
Categorie: News, Sostenibilità
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