È ambizioso l’obiettivo in termini ambientali per il prossimo campionato europeo: ridurre le emissioni complessive di 400.000 tonnellate di CO₂, equivalente a un piano concreto di 99 azioni, e raggiungere il target del -20%.
L’evento, che si terrà in Germania dal 14 giugno al 14 luglio 2024, rappresenta una sfida importante per la strategia di sostenibilità sociale e ambientale approvata alla fine del 2021 dalla Uefa.
“Strenght trough unity” è il nome del piano che pone l’Agenda 2030 come passaggio obbligato verso una riduzione del peso dell’intero sistema calcistico sull’ambiente e sulla società nel complesso.
“L’impatto zero non esiste”, dichiara Michele Uva, a capo della divisione Social & Environmental Sustainability dell’organo di governo del calcio europeo – e ci sarà sempre un metabolismo basale in un evento o in un’attività, ma su quello bisogna intervenire con strategie chiare per contribuire al cambiamento dell’approccio. Per Germania 2024, per esempio, abbiamo creato un fondo con cui finanziare piccoli e grandi interventi dei club: dall’impianto fotovoltaico della società di provincia ai grandi lavori sulle infrastrutture dei club più importanti. Il progetto potrebbe essere applicato anche sulle finali Uefa”.
La strategia Uefa è stata ideata partendo da 11 temi, ognuno supportato da obiettivi e indicatori di misurazione e sarà implementata in aree di azione: nell’organizzazione interna, negli eventi organizzati, nelle 55 federazioni, nelle leghe, nei club e nei rapporti con i partner e le istituzioni.
Sono, inoltre, previste linee guida a disposizione degli stakeholder e l’obbligo per le federazioni di dotarsi di manager e piani di sostenibilità dedicati alle attività.
“A Nyon abbiamo costruito un team molto competente, formato da 15 colleghi, che lavorano ogni giorno per raggiungere questi obiettivi – prosegue Uva – la nostra ambizione è ispirare e accelerare per creare un effetto a cascata, considerando che gli aspetti sociali e ambientali sono ovviamente interconnessi: per questo parliamo sempre di più di criteri ESG. Un aspetto importante sta anche nella pianificazione delle infrastrutture che ospitano le partite a tutti i livelli”.
La Uefa ha, infatti, realizzato una “Guida alle infrastrutture sostenibili” che contiene le best practices in numerosi settori, tra i quali l’energia, l’acqua, i materiali, l’elettricità, la mobilità e l’accessibilità.
“Prima di ogni azione – aggiunge il dirigente sportivo – c’è però la necessità di conoscere e valutare il proprio impatto sull’ambiente. Per esempio, siamo pronti al lancio del “Football carbon footprint calculator”, che sarà messo a disposizione di federazioni, leghe e club per rendere loro possibile capire numericamente quanto la loro attività complessiva incida sull’ambiente. La conseguenza naturale sarà avere un piano di riduzione concreto e dotato di un impatto deciso”.
Categorie: News, Sostenibilità
Share this post