La formazione nell’ambito della sostenibilità rientra tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs-goal 4), in quanto è fondamentale che i giovani che si inseriscono nel mercato del lavoro abbiano nuove e moderne competenze sul tema.
L’Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) lo scorso anno aveva analizzato un segmento dell’offerta formativa, evidenziando una crescita importante dell’interesse delle imprese su questi temi, con uno sviluppo di iniziative anche nelle regioni del Mezzogiorno e tra le piccole imprese. Oggi le imprese stanno assumendo sempre più consapevolezza circa la necessità di disporre di risorse umane con elevate skills e un’alta specializzazione in grado di indirizzare il cambiamento e ripensare le attività in ottica di sostenibilità. È quindi emersa la necessità di monitorare l’evoluzione dell’offerta, ricostruendo le caratteristiche e le direttrici principali di quella universitaria per il ruolo chiave che può svolgere.
A tal proposito, la ricerca “L’offerta di alta formazione universitaria sulla responsabilità sociale d’impresa e la sostenibilità”, realizzata dall’Inapp, ha mappato analiticamente l’offerta di alta formazione sui temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale e della responsabilità sociale d’impresa erogata negli anni accademici 2021-22 e 2022-23 dai 98 atenei italiani (statali e non).
Dall’indagine sono stati rilevati i corsi di alta formazione, i corsi di perfezionamento e i Master di I e II livello; dal punto di vista metodologico, invece, si è proceduto all’acquisizione dei dati e dei contenuti dal portale di ogni singolo ateneo.
Lo studio ha censito complessivamente 349 interventi formativi (172 riferiti al 2021-22 e 177 al 2022-23): dei 98 atenei censiti (di cui 67 pubblici e 31 privati), 74 hanno attivato almeno un’iniziativa sul tema (54 statali e 20 non statali), con una copertura geografica di 17 regioni italiane (compreso Sud e isole), più le due province autonome di Trento e Bolzano.
I risultati dell’analisi
I più numerosi sono risultati i Master di primo livello con il 47%, secondo posto per i Master di secondo livello con il 29,5%, seguiti dai corsi di alta formazione (11,5%) e dai corsi di perfezionamento (12%).
Il Lazio è la regione nella quale si concentrano maggiormente gli interventi censiti e si registra una forte presenza di università private; in Lombardia, invece, seconda Regione per iniziative rilevate, si registra un ampio numero di province coinvolte. In sette Regioni vengono erogati corsi da università private, peraltro con una forte presenza territoriale del Sud Italia, mentre gli atenei pubblici offrono una copertura praticamente a tappeto nell’offerta analizzata.
I 349 interventi formativi rilevati sono stati classificati in 4 macroaree disciplinari: scientifica (43,3%), economica (27,5%), umanistica-sociale (19,2%), giuridica (10%).
La massima concentrazione dei master (primo e secondo livello) si realizza nella macroarea scientifico-ambientale e, per quanto concerne i master di primo livello, anche in quella economica.
Il maggior numero di corsi di perfezionamento, invece, si registra nella macroarea scientifica, e a seguire in quella umanistico-sociale, anche se con valori assoluti dimezzati, mentre i corsi di alta formazione si ripartiscono ugualmente tra scientifico-ambientale, giuridica e umanistico-sociale, con un picco nella macroarea economica. Il primato numerico delle iniziative formative scientifiche attivate si registra in numerose facoltà e dipartimenti universitari, con ingegneria in primo piano.
Considerando il dettaglio delle specifiche tematiche nelle quali si declinano gli interventi, si riscontra che la sostenibilità ambientale è preponderante, con 140 iniziative formative pari al 40% del totale e si diversifica dall’agroalimentare alla mobilità green e gestione del capitale naturale, dalle energie rinnovabili alla sostenibilità climatica, dalla transizione ecologica alla formazione ambientale, ma l’ambito più attivato riguarda l’ingegneria, l’edilizia e le opere sostenibili.
La sostenibilità economica rappresenta il 21%, con una netta prevalenza di corsi sull’economia circolare, mentre la sostenibilità per lo sviluppo sociale il 15% e la responsabilità sociale d’impresa il 16%, con una particolare attenzione ai modelli di governance e ai sistemi di welfare.
Per quanto riguarda i destinatari, la maggior parte dei master e corsi censiti si è rivolta a un target misto, con attività di formazione indirizzate nell’85% dei casi sia ai lavoratori che agli studenti, mentre l’11% è stato rivolto espressamente ai soli lavoratori e il 3% ai soli studenti.
La tendenza che si delinea è di una nuova offerta che si caratterizza anche per contenuti più tipicamente professionalizzanti, rivolti ai lavoratori, soprattutto ai più alti livelli professionali, che necessitano di una formazione mirata e specialistica e di aggiornamenti tecnici.
La volontà delle università di aprirsi a questi temi si evidenzia anche nelle numerose partnership attivate con aziende ed enti esterni. La collaborazione con le imprese si è sviluppata nel Nord Italia per il 71,3%, nel Sud per il 20,5% e al Centro per l’8,2%.
La conferma arriva anche dagli stage, previsti in ben 157 corsi: si tratta di un dato importante, in quanto per i partecipanti non occupati lo stage rappresenta spesso un accesso privilegiato per l’inserimento nel mercato del lavoro.
Gli importanti risultati ottenuti hanno spinto l’Inapp ad avviare una nuova indagine focalizzata su tutti i corsi di laurea rivolti a far acquisire agli studenti competenze di base, trasversali e specialistiche su queste tematiche chiave per uno sviluppo sostenibile.