È di estrema importanza promuovere politiche di incremento della raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (raee) e agevolare il conseguimento dell’Italia dei target di recupero delle materie prime critiche definiti dall’Unione Europea, di cui i rifiuti elettronici sono una ‘miniera urbana’ per il nostro Paese.
Il 2023 si sta caratterizzando per una ripresa dell’incremento della raccolta dei raee dopo la battuta di arresto del 2022, quando i quantitativi di rifiuti elettronici raccolti e gestiti nell’ambito del sistema multiconsortile coordinato dal CdC Raee e regolamentato dal D.Lgs 49/2014 avevano registrato per la prima volta dopo otto anni una contrazione del 6% rispetto all’anno precedente.
Ma fermarsi alla constatazione della ripresa dei volumi di raccolta non è sufficiente perché rimane cronica la sottrazione ai canali ufficiali di quantitativi considerevoli di raee. Basti pensare che per raggiungere il target di raccolta del 65% indicato dall’UE mancano all’appello almeno 400.000 ton di rifiuti elettrici di grandi e piccole dimensioni.
Se nel caso dei rifiuti elettronici più piccoli è essenziale sensibilizzare innanzitutto i cittadini affinché imparino a riconoscerli come tali e li raccolgano correttamente, per la gestione quelli di grandi dimensioni diventa indispensabile valutare azioni di contrasto nei confronti di chi sceglie di operare nell’illegalità al di fuori dei canali autorizzati.
La mancata intercettazione di volumi di raee così rilevanti rappresenta una perdita di per sé grave in termini assoluti, le cui ricadute negative sono acuite dall’attuale carenza di materie prime critiche, essenziali per l’intero sistema produttivo. Se raccolti e recuperati correttamente, questi rifiuti possono diventare, infatti, una fonte strategica di approvvigionamento su cui dobbiamo puntare come Europa.
In un momento storico in cui il nostro Paese ha varato un ambizioso piano strategico nazionale destinato a ridurre la dipendenza estera degli approvvigionamenti di queste materie, i RAEE e la loro raccolta rivestono quindi un ruolo prioritario. Da qui la necessità di un momento di riflessione e confronto condiviso con le istituzioni e tra tutti gli attori della filiera sul sistema di raccolta e sulle iniziative da mettere in campo in modo sinergico per favorire l’incremento dei quantitativi di rifiuti elettrici ed elettronici avviati a riciclo, e facilitare il raggiungimento da parte del nostro Paese dei target di recupero delle materie prime critiche definiti dall’UE.
“Alla luce delle scelte strategiche dell’UE in fatto di diversificazione degli approvvigionamenti delle materie prime critiche e di promozione della circolarità con l’obiettivo di rinforzare la propria autonomia strategica da paesi stranieri – commenta Alberto Canni Ferrari presidente del Centro di Coordinamento Raee – l’Italia è chiamata a una grande sfida nei prossimi anni a cui forniranno un contributo essenziale i rifiuti elettronici dismessi in qualità di ‘miniere urbane. Nonostante l’Italia vanti uno dei sistemi meglio organizzati del vecchio continente, l’attuale”.
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