Sono stati presentati i risultati del rapporto annuale dell’Osservatorio Internazionale sull’Economia e la Finanza delle Rinnovabili (OIR) di Agici, volto a delineare lo stato dell’arte delle rinnovabili in Italia.
Dai dati è emerso che, nel 2022, l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili nel Paese è cresciuta al doppio del ritmo rispetto all’anno precedente, ma il ritardo rispetto ai paesi più virtuosi e agli obiettivi europei è ancora notevole.
Tra gli aspetti più rilevanti, il documento ha evidenziato che nel 2022 la capacità installata è stata pari a 3 GW (1,5 GW nel 2021). L’incremento, che trova riscontro anche nell’aumento degli investimenti da parte dei maggiori operatori rinnovabili selezionati per lo studio, che si attesta al +26%. Il 2023, inoltre, sembra confermare questo trend, con 1,1 GW installati solo nel primo trimestre.
Questo ritmo di crescita, tuttavia, non è sufficiente a colmare il divario con i paesi più virtuosi, quali la Germania, che nel solo 2022 ha fatto registrare 10 GW di capacità installata.
Il rapporto OIR, inoltre, evidenzia che, per centrare gli obiettivi climatici stabiliti dall’Unione Europea per il 2030, il ritmo di crescita dovrebbe raddoppiare ulteriormente.
A questo proposito, il documento rileva un disallineamento tra gli obiettivi programmati all’interno dei piani industriali degli operatori e le loro effettive realizzazioni: a livello aggregato, infatti, dai 19 GW di capacità programmata nel 2020 si è passati a 24 GW nel 2021, fino a 28 GW nel 2022. Negli stessi anni, tuttavia, i risultati in termini di capacità realizzata sono stati, rispettivamente, di 17 GW, 19 GW e 21 GW.
Dallo scenario delineato dal rapporto emerge come, tra gli elementi individuati quali ostacoli al pieno sviluppo delle fonti di energia rinnovabile nel Paese, ci sia la resistenza delle comunità locali, che spesso si oppongono all’installazione degli impianti per l’assenza di benefici percepiti. Per far fronte a queste criticità, il rapporto individua delle strategie attuabili per impostare un nuovo approccio con le comunità e con gli stakeholder:
– l’introduzione di tariffe agevolate di prossimità, per destinare alla cittadinanza una quota di energia prodotta dall’impianto, garantita a prezzo agevolato;
– l’avvio di progetti di crowfunding per permettere a privati cittadini di investire nello sviluppo di progetti rinnovabili;
– l’istituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) quali associazioni di utenti che producono e condividono energia;
– lo sviluppo di impianti agrivoltaici, che non prevedono consumo di suolo da sottrarre alle attività agricole e pastorali, sulle quali è incentrata l’economia di molti territori.
Dal report emerge dunque come il coinvolgimento attivo della cittadinanza possa costituire un fondamentale strumento di sviluppo delle fonti green: se il 10% della nuova capacità rinnovabile necessaria per raggiungere i target climatici al 2030 fosse implementata attraverso modelli di condivisione del valore con i cittadini, si stima che si potrebbero coinvolgere oltre 3 milioni di famiglie per un risparmio annuo sulle loro bollette di oltre 800 milioni di euro.
“Come ogni anno il Rapporto del nostro Osservatorio sulle rinnovabili vuole restituire una fotografia del comparto, con il duplice obiettivo di aiutare l’operato di investitori e operatori del settore, e di facilitare la conoscenza e l’informazione su un tema vitale per lo sviluppo futuro del Paese. Il quadro emerso indica che, nonostante i recenti progressi, l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili non è ancora percepita come un vantaggio da una larga parte della cittadinanza. Per questo motivo, il rapporto suggerisce l’attuazione di misure concrete affinché i cittadini stessi possano partecipare alla transizione energetica del Paese, beneficiandone direttamente”, ha dichiarato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici.
Categorie: Energia rinnovabile, News
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