Il riciclo nella rivendita edile
L’Italia è un Paese all’avanguardia in termini di riciclo (con un tasso del 72% contro una media europea del 53%) e di utilizzo di materia circolare (21% contro una media europea del 12%).
L’iniziativa “FAI LA DIFFERENZA” di Consorzio REC, avviata in una decina di rivendite di materiale edile nella provincia di Milano, parte da una tipologia di rifiuto definita “rifiuto zero”: si tratta dei sacchi esausti, spesso smaltiti nel modo scorretto o affidati a terzi.
“Abbiamo pensato che i centri preliminari alla raccolta, ovvero le piattaforme che rivenditori di materiali edili allestiscono all’interno dei propri punti di vendita, possono essere centrali per il recupero di questi sacchi, che vengono raccolti, recuperati da un camioncino del nostro partner GreenUp e consegnati per essere trattati e poi ritornare in cartiera”, ha dichiarato l’architetto Francesco Freri, presidente di Consorzio REC.
L’industria del riciclo offre anche soluzioni tecnologiche avanzate che arrivano dall’intelligenza artificiale per semplificare l’attività della rivendita: “Stiamo implementando nei punti vendita delle telecamere per la stima del peso, che fotografano il rifiuto e ne rilevano la qualità, aspetto fondamentale per poter essere reimmessi nel ciclo produttivo con i famosi End Waste”.
Partner del progetto di riciclo del sacco sono anche Comieco per l’esperienza nel riciclo degli imballi, GIPSAC (Gruppo Italiano Produttori Sacci Carta) e Cartiere Saci.
Oltre alle rivendite, fondamentale l’apporto dei produttori di materiali da costruzione, in questo caso Mapei, soprattutto per la campagna di comunicazione dell’iniziativa “Fai la differenza, un sacco dopo l’altro. Fai la scelta giusta, scegli l’edilizia circolare”.
Passare dall’emergenza rifiuto all’eccellenza del rifiuto, con anche un’evidenza economica del processo di riciclo, è stato uno dei grandi risultati dell’Italia che è tra i Paesi virtuosi del riciclo, con 8 imballi su 10 che vengono riciclati.
A dirlo è Roberto di Molfetta, vicedirettore di Comieco: “Grazie al lavoro di Comieco e di tutti gli altri consorzi, coordinati da Conai, si garantisce su tutto il territorio nazionale la ripresa di tutti gli imballaggi, una remunerazione certa ai Comuni e alle aziende di raccolta che è basata non sul valore del materiale ma sulla partecipazione ai costi della raccolta. Un sistema che ha utilizzato uno dei punti di forza della filiera carta, ovvero il fatto di essere una filiera chiusa e circolare che si basa sul macero, affinando i processi di lavorazione per produrre delle carte di grande qualità, capaci di rispondere a tutte le esigenze dell’industria, che ha bisogno di imballaggi. Comieco ha gestito l’anno scorso due milioni di tonnellate di imballaggi provenienti dalla raccolta pubblica e sono 350 le piattaforme di primo trattamento che si occupano della prima lavorazione indispensabile per poi produrre una materia prima seconda che andrà all’industria utilizzatrice e industria cartaria”.
Da rifiuto a risorsa, la mission dell’economia circolare è portare, con la sostenibilità, anche risultati e benefici tangibili a tutta la filiera dalla cartiera alla rivendita: vantaggi economici, reputazionali, fidelizzazione della clientela e miglior posizionamento.
“Nelle zone fortemente urbanizzate il magazzino edile che offre questo servizio di raccolta compete meglio e cresce fino al 10% in fatturato e se è vero che il margine tra il conferimento e la vendita è oggi risicato può crescere nel tempo se riusciamo a non chiamarlo più rifiuto ma lo valorizziamo come materia prima seconda che consente di ottenere un ulteriore incremento di revenue – precisa Francesco Freri. Quindi, i vantaggi economici che sostengono questo progetto ci sono e se pensiamo che in Italia abbiamo più di 70 milioni di tonnellate di rifiuto da costruzione e demolizione, conferirlo a 20 euro a tonnellata ci apre un potenziale mercato da 1 miliardo e mezzo. Sono sicuro che i magazzini edili capiranno le opportunità di questa iniziativa e con più saranno prossimi al micro-cantiere con più questo progetto avrà valore, il 90% delle tonnellate di rifiuti da C&D sono generate infatti da ristrutturazione e manutenzione e la raccolta di questa micro-cantieristica può farla solo il magazzino edile”.