I sottoprodotti agricoli sono solitamente trascurati per quanto concerne le loro potenzialità di fungere da fonti di molecole bioattive ad alto valore; oggi, però, trovare impiego ai flussi laterali agroindustriali risulta fondamentale.
A questo scopo è nato il progetto “Prolific” che, grazie ai finanziamenti dell’impresa comune Bioindustrie, ha provato a esplorare il potenziale di mercato per tre possibili materie prime: legumi, funghi e caffè.
La scelta di questi alimenti deriva dal fatto che sono associati a una crescita o un consumo elevati all’interno dell’Unione Europea, determinando un aumento della disponibilità di tali materie prime; inoltre, tutte e tre le tipologie di biomassa contengono preziose molecole, estraibili mediante una cascata di processi.
I legumi costituiscono una preziosa fonte di proteine, oltre a fornire fibre come prodotto di estrazione secondario; i funghi sono un’eccellente fonte di chitosano, un tipo di molecola di zucchero con numerose applicazioni biomediche, mentre i chicchi verdi e la pellicola argentea di caffè, ovvero il residuo friabile dei chicchi di caffè torrefatti, si sono dimostrati un’ottima fonte di polifenoli, composti dotati di proprietà antiossidanti.
I ricercatori si sono concentrati sullo sviluppo di processi ecocompatibili, scalabili e facilmente applicabili alle infrastrutture industriali esistenti. Tra i processi ecologici esplorati figurano l’estrazione moderata acquosa delle proteine dai legumi e l’estrazione assistita da ultrasuoni, che è stata utilizzata per estrarre le proteine di caffè. Tramite l’estrazione con acqua subcritica, invece, dai chicchi verdi di caffè è stato possibile ottenere in modo efficace una frazione fenolica altamente attiva.
Pasta, dentifricio e imballaggi
Prolific ha esplorato 18 prototipi di prodotti, tra i quali alimenti, mangimi, cosmetici e imballaggi biodegradabili.
Sebbene i test dei prototipi con i consumatori condotti dal progetto siano stati limitati, alcuni di questi saranno pronti per l’immissione sul mercato tra soli due anni.
I legumi non adatti alla vendita hanno fornito proteine integrabili in alimenti quali pane, pasta e fiocchi di cereali. In seguito alla rimozione del contenuto proteico, i residui fibrosi potrebbero essere impiegati per la produzione di imballaggi biodegradabili rigidi, come ad esempio i vasetti per cosmetici.
L’estratto antiossidante ricavato dai chicchi verdi di caffè ha dimostrato un’efficacia pari a quella dei composti commerciali per quanto riguarda la capacità di conservazione delle salsicce e delle polpette di carne; questo prodotto, inoltre, non ha generato alterazioni nel gusto o nella consistenza della carne, per cui potrebbe qualificarsi come candidato ideale per l’assorbimento da parte del mercato.
Tra i prototipi del settore cosmetico sviluppati da Prolific, quello che ha riscosso maggior successo è stato un dentifricio antimicrobico contenente estratto di chitosano, ricavato dai residui fungini. Il chitosano è solitamente ottenuto a partire dai crostacei e ha una vasta gamma di applicazioni nel settore biomedico. L’utilizzo di una fonte di chitosano di tipo fungino fa sì che il dentifricio risultante sia un prodotto vegano, una caratteristica che, congiuntamente agli incoraggianti test effettuati con i consumatori, anticipa una sua probabile immissione sul mercato nel prossimo futuro.
Oltre a esplorare una moltitudine di prodotti commercializzabili per mezzo dell’impiego dei flussi laterali agroindustriali, Prolific ha anche sviluppato tecniche avanzate per l’estrazione delle molecole bioattive.