In Europa, ogni cittadino produce in media quasi 180 kg di rifiuti di imballaggio all’anno.
Il progetto “Reuse as a service”, finanziato dall’UE, ha proposto una soluzione efficiente in termini di costi per sostituire gli imballaggi monouso su larga scala. RePack, infatti, consente ai rivenditori e alle piattaforme di e-commerce di inviare i propri prodotti confezionandoli in imballaggi che i consumatori possono rispedire senza difficoltà.
Gli attori coinvolti nel progetto hanno esplorato diversi canali per rispedire gli imballaggi allo scopo di verificarne la facilità d’uso, la scalabilità e il coinvolgimento dei consumatori. Quello più ampiamente disponibile è risultato essere il servizio postale.
Le buste sono disponibili in diverse dimensioni e possono essere piegate in modo da risultare facilmente infilabili in una normale cassetta delle lettere; una volta ricevute, RePack provvede all’igienizzazione delle buste e le rispedisce all’azienda partner.
I resi degli imballaggi effettuati tramite cassette della posta e uffici postali forniscono a RePack una portata globale senza la necessità di implementare infrastrutture costose.
Il principale svantaggio, invece, è rappresentato dal costo di ciascun pacco inviato, che non offre alcuna economia di scala.
In collaborazione con varie imprese partner, RePack ha collaudato un altro metodo per effettuare i resi degli imballaggi.
Lo sviluppo di una soluzione volta a consentire ai clienti di depositare le buste vuote e i resi dei prodotti in qualsiasi negozio fisico del marchio interessato ha offerto un’alternativa maggiormente efficiente in termini di costi rispetto ai servizi postali.
RePack ha collaborato con una serie di marchi di consumo e portali di commercio elettronico e la risposta dei consumatori è stata estremamente positiva; nel caso di Tchibo, ad esempio, i tassi di restituzione hanno superato l’80%.
Spetta al rivenditore decidere se i costi legati alla restituzione delle buste vadano addebitati o meno al cliente finale.
Per esempio, con Oysho i clienti pagano 4,95 euro di cauzione che viene loro rimborsata una volta restituito l’imballaggio; altre aziende, invece, forniscono incentivi quali voucher o punti fedeltà.
Primo vantaggio: la sostenibilità
Il maggior incentivo potrebbe essere proprio il vantaggio ambientale apportato.
Secondo un sondaggio condotto dall’International Post Corporation nel 2019, il 60% degli intervistati era alla ricerca di imballaggi sostenibili per il commercio elettronico e 1 su 2 avrebbe pagato un sovrapprezzo per ottenere questo servizio.
Uno studio commissionato dall’iniziativa Fashion for Good del 2021 ha concluso che l’impronta di carbonio associata agli imballaggi riutilizzabili è fino all’82% inferiore rispetto alle buste in plastica monouso.
Le scatole di cartone monouso si contraddistinguono per un’impronta di carbonio più elevata a causa delle loro maggiori dimensioni e peso, che determinano una più alta generazione di emissioni nel corso della fase di trasporto.
Inoltre, grazie alle buste riutilizzabili si produce l’87% in meno di rifiuti plastici, indipendentemente dal fatto che gli imballaggi in plastica siano prodotti a partire da materiale riciclato. Realizzati a base di polipropilene riciclato, le buste di RePack offrono un’alternativa molto sostenibile alle soluzioni monouso e consentono di soddisfare le aspettative dei consumatori, permettendo alle aziende di rispettare i propri impegni in ambito ecologico.