È partito “ECCSELLENT” (acronimo di “Development of ECCSEL – R.I. ItaLian facilities: usEr access, services and loNg-Term sustainability”), un progetto finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR – Next Generation EU.
Il progetto, coordinato dall’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, riunisce in qualità di partner l’Università di Bologna, il Politecnico di Milano, l’Enea, il CNR con l’Istituto di tecnologie avanzate per l’energia (ITAE) di Messina e l’Istituto di scienze e tecnologie per l’energia e la mobilità sostenibili (STEMS) di Napoli.
L’iniziativa riguarda le tecnologie legate all’attività di cattura, utilizzo, trasporto e stoccaggio dell’anidride carbonica e punta a rafforzare le infrastrutture di ricerca italiane.
Stando ai dati delle principali agenzie energetiche internazionali, il miglioramento dell’efficienza energetica e l’utilizzo delle energie rinnovabili non saranno sufficienti a riportare le emissioni di CO2 in atmosfera ai livelli necessari per contenere l’aumento della temperatura di 2 °C entro il 2100.
In questo scenario, il CCUS (Carbon Capture Use and Storage) è stato identificato come misura strategica e la necessità di investire in strutture di ricerca all’avanguardia che si occupino di questo settore è riconosciuta in tutta l’Europa.
Per i prossimi 3 anni “ECCSELLENT” si occuperà proprio di favorire l’accesso, i servizi e la sostenibilità dei laboratori che già operano nella filiera del CCUS, permettendo di rafforzare l’eccellenza scientifica e fornendo al sistema nazionale della ricerca gli strumenti necessari per affrontare in modo più efficiente le grandi sfide della società contro il cambiamento climatico.
“L’obiettivo di questo progetto è potenziare le principali strutture italiane che già fanno parte, o che saranno inserite nel prossimo futuro, di ECCSEL ERIC, l’infrastruttura europea di ricerca per la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica – ha spiegato Franco Coren, ricercatore dell’OGS e referente scientifico del progetto – e questo ci permetterà di promuovere lo sviluppo e l’internazionalizzazione della ricerca del nostro Paese nell’intera filiera delle CCUS, coinvolgendo anche il settore industriale delle piccole e medie imprese che potrà avvalersi dell’esperienza di personale scientifico di altissimo livello”.
“Grazie all’acquisto di nuova strumentazione tecnologicamente avanzata le infrastrutture italiane saranno ancora più competitive nello scenario internazionale – ha affermato Nicola Casagli, presidente dell’OGS – e questo favorirà, non solo lo sviluppo di ricerche all’avanguardia, ma anche la collaborazione con il sistema della ricerca internazionale, portando un impatto significativo sul progresso scientifico e sul sistema produttivo”.