Grandi aspettative. Tanto promettente quanto (già) altamente performante, la tecnologia per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (Carbon Capture and Storage, Ccs) consente oggi di rimuovere fino al 90% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’uso di combustibili fossili nella generazione di elettricità e nei processi industriali. “Abbiamo iniziato a lavorare una decina di anni fa con la Carbon Capture Utilization and Storage (Ccus), la tecnologia per la cattura, lo stoccaggio e l’utilizzo del carbonio, per ravvivare i giacimenti di Oil&Gas in esaurimento”, spiega Andrea Galdino, Sales Manager Process Automation, Custody & Process Metering di SICK. Oggi la tecnologia è alla ribalta perché considerata un valido ausilio nella riduzione delle emissioni climalteranti: “In SICK riteniamo sia centrale per contenere l’aumento della temperatura globale entro gli 1,5°C, come previsto dagli Accordi di Parigi sul clima, e per centrare l’obiettivo Net Zero Carbon, ossia l’equilibrio tra la quantità di gas serra prodotta dalle attività antropiche e quella catturata dall’atmosfera”. Ma è solo quando è integrata, sottolinea Galdino, che la tecnologia può dare il suo massimo: “Insieme, ad esempio, allo sviluppo delle reti a idrogeno, alla progressiva elettrificazione del sistema di produzione e consumo di energia e all’adozione di biocombustibili, contribuirà a spingere il percorso di decarbonizzazione intrapreso da diversi Paesi”.
Il ruolo della Ccus nella decarbonizzazione dell’industria
Due oggi le principali applicazioni di questa tecnologia. La prima, la Direct Air Carbon Capture (DAAC) che, in analogia con quanto avviene in natura, consente di catturare l’anidride carbonica direttamente dall’atmosfera. “Nonostante preveda un elevato consumo di energia, molti Governi la considerano di grande interesse per accelerare l’attuazione di politiche ambientali”, commenta Galdino. Con lo sviluppo delle tecnologie Ccus si presentano nuove sfide anche per la sensoristica e SICK dispone delle soluzioni utili a supportare le applicazioni di cattura del carbonio e di trasporto della CO2. In particolare, la Ccus applicata ai cosiddetti settori hard to abate, altamente energivori e difficili da elettrificare, non solo Oil&Gas ma anche cemento e acciaio, solo per fare alcuni esempi. In questo caso, “le soluzioni di misura della portata e di analisi di SICK consentono di rilevare la concentrazione di miscele di gas contenenti CO2 oppure la purezza dell’anidride carbonica che viene catturata”. Nascono, infatti, per “effettuare misurazioni precise della CO2 che, attraverso pipeline dedicate, può essere catturata e trasferita dai settori hard to abate a stazioni di compressione, per la successiva immissione nel sottosuolo, o a siti per l’immagazzinamento, dalla quale sarà successivamente trasferita”.
La centralità del dato è intrinseca, al pari del backup del dato stesso in situazioni di emergenza per garantire continuità operativa, stabilità e precisione del sistema a lungo termine, “se vogliamo fornire soluzioni intelligenti per la misura e l’analisi, per la diagnostica e la diagnostica da remoto”, aggiunge Galdino. Considerato, poi, che la tecnologia Ccus “non è da adottare in singole realtà industriali bensì in interi cluster industriali, come già avviene nell’ambito di diversi progetti pilota”. In questi casi, precisa Galdino, oltre a testare la tecnologia in esame, “si ottimizzano i costi, perché si usano anche infrastrutture esistenti come le reti per il trasporto del gas, e si stimolano economie di scala”. Oppure si costruiscono nuove infrastrutture, dividendone i costi, per prelevare la CO2 stoccata in impianti siderurgici e/o petrolchimici e destinarla a impieghi differenti”. Future reti intelligenti che già oggi possono contare su una tecnologia abilitante.
Misura fiscale ed efficienza: la Ccus come tecnologia abilitante
I processi di cattura del carbonio richiedono un alto grado di efficienza per migliorare la loro attrattiva economica e ambientale e, al contempo, la misurazione del contenuto di CO2 dopo il processo di cattura è essenziale ai fini del controllo e dell’ottimizzazione. “L’esperienza maturata in SICK in questo decennio, legata in primo luogo alla reiniezione della CO2 nei pozzi in esaurimento, ci ha consentito di realizzare misuratori di portata di gas a ultrasuoni pienamente adatti a queste applicazioni”. Strumenti, aggiunge Galdino, “che a differenza di altri dispositivi tradizionali che rilevano la pressione differenziale, riescono ad effettuare misurazioni accurate su campi di misura estremamente elevati.”.
Numerosi i vantaggi intrinsechi della tecnologia a ultrasuoni, come la maggior ampiezza del campo di misura, ancora più di rilievo nella prospettiva di un incremento costante delle quantità di CO2 catturate e del costo del fluido (già aumentato del +170% negli ultimi 12 mesi): “A livello normativo c’è tanto lavoro da fare per la fiscalità della misura e nei progetti pilota cui stiamo partecipando il riferimento è alle normative per la misura fiscale – anche futura – del gas naturale”. Per ogni fase della rete Cccus, infatti, la misurazione accurata del flusso consente una rendicontazione completa e precisa.
Un futuro a basso impatto ambientale
Il futuro della tecnologia? “A mio avviso è la Ccus – spiega Galdino – che continuerà a crescere e ad affermarsi nei prossimi dieci anni. In particolare, l’applicazione a interi hub industriali ne favorirà anche la crescita normativa”, spinta dalla continua “collaborazione tra costruttori, utilizzatori finali e imprese” che hanno il comune intento di coltivare partnership di fiducia per sviluppare soluzioni adeguate al mercato di riferimento, facendo incontrare il meglio della ricerca e sviluppo con le richieste del cliente.
Anche perché le previsioni non sono rasserenanti: “Guardando al 2100 abbiamo proiezioni differenti: alcuni studi, più ottimistici, stimano un rialzo della temperatura all’incirca di 2°C; altri, meno, prevedono un +4,5°C. È impressionante vedere come lo scenario può cambiare a seconda delle politiche che i Paesi intendono attuare per raggiungere la neutralità carbonica”, conclude Galdino.