La mobilità del presente e del futuro passa per lo sviluppo del GPL.
L’industria italiana, infatti, si è posta l’obiettivo al 2030 di mettere a disposizione dei consumatori una miscela composta da almeno il 40% di prodotti bio e rinnovabili (bioGPL e rDME) da miscelare al prodotto tradizionale.
Il piano di sviluppo bio prevede, in 8 anni, un risparmio per anno di circa 2,1 mln di ton di CO2, mentre quello per il rDME stima di risparmiare, ogni anno, 1,6 mln di ton di CO2.
La miscela ottenuta, quindi, permette di ridurre drasticamente l’impronta di carbonio durante l’intero ciclo di vita del prodotto utilizzato nei settori residenziale, commerciale, industriale, agricolo e automobilistico oltre a recuperare rifiuti e incrementare la sicurezza di approvvigionamento tramite produzioni nazionali.
I numeri del GNL dicono che con 132 punti di distribuzione, 42 utenze offgrid e 68 reti isolate l’Italia è il Paese leader in Europa. Ma ad una crescita dell’infrastruttura di distribuzione pari a 9% nell’ultimo anno, non è corrisposta una crescita dei consumi che, invece, sono calati (-21%) a causa dell’andamento delle quotazioni internazionali.
Le previsioni, inoltre, sono ancora più negative al 2025 (-40%), in particolar modo sul trasporto pesante stradale (-44%).