Il pastificio trevigiano Sgambaro continua la sua corsa verso l’obiettivo climate positive al 2030: sono numerosi, infatti, i progetti di riforestazione e protezione delle foreste avviati dall’azienda per la salvaguardia della biodiversità.
Dal 2019 l’azienda ha contribuito all’impianto di 3.630 alberi sostenendo 10 tra progetti di creazione, protezione e miglioramento di ambienti naturali, dalle Alpi alla Sicilia per un’estensione pari a 24 ettari. È infatti partner di WOWnature in un percorso di riforestazione che permette di adottare nuovi alberi nelle zone urbane, in aree soggette a desertificazione o colpite da calamità naturali.
Un impegno costante quello della cura e salvaguardia del patrimonio forestale: dal Parco Nord di Milano alla Ciclovia Treviso-Vicenza, dove sono stati piantumati 1.000 alberi, dal ripristino di un’area di 4 ettari in cui si estendono le foreste di Enego tra Veneto e Trentino Alto Adige, aree certificate FSC colpite dalla tempesta Vaia nel 2018, ai progetti di riforestazione in Sicilia, che hanno previsto l’impianto e la cura di 800 alberi tra il Bosco San Lio a Siracusa e Catania.
Sgambaro, inoltre, ha adottato 600 ettari di boschi, tra le provincie di Vicenza e Belluno.
Compensare la carbon foot print 2022
Parte della carbon footprint aziendale del 2022 sarà compensata con l’adesione al Progetto “Bioclima in Lombardia”, che nasce da un Bando regionale per la realizzazione di interventi di conservazione della biodiversità, di adattamento al cambiamento climatico e di valorizzazione degli ecosistemi quali foreste, aree protette e reti ecologiche lombarde.
Sgambaro ha allargato i suoi confini all’estero, approdando nella foresta di Huong Son Nature in Vietnam, dove la necessità di salvaguardia ambientale si unisce alla tutela della popolazione che abita il territorio locale, della sua cultura e sopravvivenza.
Strettamente connessa al Veneto, è l’attività legata a Blue Valley, il progetto strategico che consente di acquistare crediti di carbonio grazie alla tutela dell’ecosistema della laguna veneziana che utilizza l’attività della pesca per compensare le emissioni di anidride carbonica.
La somma dei tre progetti previsti per l’anno in corso andrà a compensare ben 5.000 tonnellate di C02, oltre il 55% delle emissioni di biossido di carbonio derivanti dalla produzione aziendale.
L’obiettivo: “Climate positive” entro il 2030
Annualmente l’azienda misura l’impatto ambientale di ogni pacco di pasta prodotto attraverso l’approccio LCA (Life Cycle Assessment): l’analisi del ciclo di vita, dal campo alla tavola, permette di quantificare l’entità di anidride carbonica rilasciata dalle filiere produttive così da poter agire di conseguenza e riconsegnare al pianeta più ossigeno di quanto venga utilizzato.
Carbon footprint e attività di compensazione, infatti, si inseriscono in un ambizioso percorso di sostenibilità che porterà Sgambaro a diventare un’organizzazione “climate positive”, in grado quindi di raggiungere non solo l’impatto zero, ma di generare un impatto positivo sulla salute del pianeta.
Una sfida ambiziosa che si è concretizzata negli anni grazie a un vero modello di approccio green alla produzione di pasta, coinvolgendo ogni aspetto dell’attività del pastificio, dalla produzione al confezionamento, dalla logistica al trasporto.
“In azienda ogni attività e progetto – dichiara il presidente Pierantonio Sgambaro – nasce dalla convinzione che esista un filo conduttore che lega la salvaguardia del territorio e il benessere delle persone alla qualità del grano e dei nostri prodotti. Dall’approvvigionamento dell’energia esclusivamente green ai trasporti aziendali elettrici, dalla coltivazione del grano a filiera corta alle singole fasi produttive fino al confezionamento, che stiamo convertendo alla carta 100% riciclabile e certificata FSC, in Sgambaro regna la logica dell’economia circolare e della responsabilità ambientale”.