SAP, azienda operante nel settore delle applicazioni software per il business, ha condotto una ricerca volta a comprendere il comportamento dei consumatori italiani nel momento degli acquisti per la propria famiglia o per sé stessi. Le categorie prese in esame sono cinque: cibo e beni di consumo, moda, servizi finanziari e bancari, servizi di pubblica utilità e viaggi.
Inquinamento, consumo delle risorse e produzione di rifiuti sembrano essere le principali preoccupazioni degli italiani sul fronte della sostenibilità, mentre salute globale e diseguaglianza economica sono considerati temi meno significativi.
La ricerca evidenzia, inoltre, che la maggiore fonte di preoccupazione per gli italiani è l’inquinamento dell’acqua, considerato un problema rilevante da più della metà degli intervistati (53%), seguito dall’inquinamento dell’aria (43%), dal consumo delle risorse disponibili (38%) e dalla produzione di rifiuti (35%).
Nonostante la crisi sanitaria degli ultimi due anni, il tema della salute globale si pone al penultimo posto tra i timori degli italiani con il 16% di risposte, davanti solo al tema della diseguaglianza economica (6%).
Lo studio di SAP ha indagato anche le caratteristiche dei consumatori che acquistano o sono interessati ad acquistare prodotti o servizi green in senso ampio, ovvero quelli definiti “consumatori sostenibili”.
Dai dati è emerso che l’attenzione a problematiche sociali e ambientali influenza positivamente il consumatore sostenibile e ne guida le scelte. Inoltre, rispetto ad altri consumatori, questo cluster pone maggior attenzione alla propria impronta di CO2 e giudica più importanti il rispetto delle norme e la corporate governance come garanzia dell’impegno di un’impresa ad assumere comportamenti etici e responsabili.
La categoria cibo e beni di consumo è quella con la percentuale più alta (35%) di consumatori orientati alla sostenibilità; mentre le categorie utilities, servizi finanziari/bancari e moda mostrano un livello di maturità moderato, rispettivamente con il 22%, 21% e 17% dei rispondenti. Il settore dei viaggi evidenzia, invece, una maturità minore (9%).
Un risultato chiave della ricerca, rispetto all’edizione dello scorso anno, è che i consumatori italiani sostenibili sembrano ora meno disposti a pagare un premium price per prodotti e servizi sostenibili (in media dichiarano lo 0-5% in più) rispetto ad altri consumatori europei, che sono disposti a pagare in media tra l’11 e il 20% in più.
Probabilmente, i consumatori green si aspettano che i fornitori trovino il modo di fornire prodotti e servizi sostenibili senza far ricadere sul cliente finale gli eventuali costi aggiuntivi.
Nel settore della moda va segnalato che una fetta molto ampia di consumatori (73%) è preoccupata per le questioni sociali; per questi consumatori, infatti, elementi come il trattamento corretto dei lavoratori, compensi adeguati e rispetto dei diritti degli animali sono molto importanti.
Nel settore bancario, invece, circa il 21% dei consumatori considera critiche le questioni legate alla sostenibilità nella scelta di prodotti finanziari o investimenti; inoltre, una porzione abbastanza ampia di consumatori (15%) si definisce fedele verso gli istituti con cui già collabora e non compara fra loro gli istituti in base a performance sulla sostenibilità.
Nell’ambito delle utilities, infine, sebbene solo il 17% dei consumatori possa essere considerato green, circa il 44% si preoccupa di temi sociali (come adeguati compensi per i lavoratori e rispetto dei diritti umani); i clienti mostrano poi un’elevata propensione, approssimativamente tra l’11 e il 20% in più, a pagare per energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.
Come coinvolgere i clienti?
Le modalità con cui un’azienda può coinvolgere maggiormente i propri clienti sui temi legati alla sostenibilità variano tra i diversi settori.
Per la categoria cibo e beni di consumo, il 60% degli intervistati ha indicato di voler ricevere informazioni trasparenti sui prodotti; per il fashion la modalità preferita, con il 40% dei rispondenti, è la possibilità di accedere a un tool che visualizza come le loro azioni possono contribuire direttamente alla sostenibilità; per il settore bancario la prima modalità di interazione, con il 45% di risposte, è il poter accedere a momenti pratici di apprendimento su come adottare comportamenti e pratiche sostenibili; infine, per i consumatori green delle utilities risulta predominante con il 37% la possibilità di poter far parte di gruppi social tematici proposti dall’impresa.