Al Consiglio Europeo dello scorso giugno sulle tematiche dell’energia e dell’ambiente, l’Italia ha ottenuto importanti risultati per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050, assicurando la sostenibilità sociale e salvaguardando l’economia.
Nel corso del “Consiglio Energia” è stato concordato l’orientamento generale sul testo di due direttive cruciali per il Fit for 55: “Fonti Rinnovabili” ed “Efficienza Energetica”.
I ministri hanno raggiunto un accordo che impegnerà i Paesi dell’UE a produrre almeno il 40% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 e di realizzare interventi di efficientamento, che permettano di ridurre il consumo di energia del 9% rispetto ai livelli previsti nel 2030.
Per quanto riguarda l’uso di rinnovabili nei trasporti è stato inoltre ripristinato il sistema dei moltiplicatori che vige nella Direttiva attuale (RED2), dando pari dignità alle diverse fonti rinnovabili.
L’Italia, quindi, può continuare con il proprio programma di sostegno dei biocarburanti avanzati, settore in cui il Paese è all’avanguardia, senza dover apportare modifiche all’impianto normativo.
Nel corso del “Consiglio Ambiente” è stata invece operata una revisione della direttiva che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra (ETS), con estensione agli edifici, all’aviazione e al trasporto marittimo. L’Italia ha assunto un ruolo di guida a livello di decarbonizzazione che vede aumentare i propri obiettivi dal 33% al 43,7% entro il 2030, per quanto riguarda i settori non coperti da sistema ETS, detti di effort sharing (ESR).
Il Paese ha fortemente difeso l’esigenza di aiutare le nazioni e le fasce sociali più vulnerabili con la nascita di un Fondo sociale per il clima, del valore di 59 miliardi di euro, in grado di sostenere i soggetti più esposti agli aumenti dei costi indotti da queste misure.
Sono stati concordati, inoltre, diversi incentivi per le compagnie aeree che fanno uso di combustibili sostenibili ed esenzioni mirate per i collegamenti che assicurano la connettività delle piccole isole e l’adempimento degli obblighi di servizio pubblico nella navigazione; è stato previsto anche un periodo adeguato di adattamento per i produttori di prodotti fondamentali per l’economia (acciaio, siderurgia, fertilizzanti, cemento e alluminio), necessario per aiutarli a restare competitivi nelle loro esportazioni e a innovarsi con tecnologie verdi.
Con riferimento al settore automotive, infine, sono stati raggiunti importanti risultati per assicurare una transizione verso una mobilità a zero emissioni sostenibile sia dal punto di vista tecnico che socio-economico.
Il phase-out per i motori a combustione interna è confermato per il 2035 e, in tale ambito, l’Italia ha ottenuto un percorso di transizione senza strappi, in particolare per garantire l’eccellenza italiana delle piccole produzioni di automobili e furgoni.
È stata inoltre raggiunta un’apertura importante per l’uso di carburanti sintetici a impatto ambientale zero che consenta la riduzione sostanziale della CO2 anche utilizzando motori tradizionali; tale soluzione ripristina il principio della neutralità tecnologica del pacchetto normativo, garantendo che tutte le tecnologie possano contribuire al processo di decarbonizzazione, a tutela dei Paesi e le fasce più deboli che potrebbero non essere in grado di completare la transizione alla mobilità elettrica entro la data prevista, garantendo comunque la decarbonizzazione.