Assobioplastiche, l’Associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili, ha presentato il proprio ottavo rapporto annuale.
Dai risultati è emerso che, nel 2021 in Italia, l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili è rappresentata da 275 aziende, suddivise in: produttori di chimica e intermedi di base (5), produttori e distributori di granuli (20), operatori di prima trasformazione (185), operatori di seconda trasformazione (65). Gli addetti dedicati sono 2.895, mentre sono 125.350 le tonnellate di manufatti compostabili prodotti, per un fatturato complessivo di 1.061 milioni di euro.
La regione con il maggior numero di imprese è la Lombardia, che vede la presenza di oltre 40 aziende che occupano poco più di 270 addetti dedicati, seguita da Veneto (29 aziende) e Campania (20 imprese).
Secondo lo studio, le risorse che nelle aziende del comparto si occupano direttamente dei prodotti che entrano nella filiera delle plastiche compostabili, sono più che raddoppiati nel corso di 10 anni registrando una crescita di oltre il 4% nel 2021 rispetto al 2020.
Facendo un focus sulle sole 185 aziende del comparto di prima trasformazione che lavorano, anche in quota minimale, le plastiche compostabili emerge che queste esprimono un volume d’affari complessivo di oltre 4 miliardi di euro, dando occupazione diretta a oltre 12.000 addetti.
Tra i principali settori applicativi, nel 2021 il maggiore tasso di crescita viene registrato dal film per usi non alimentari, per imballaggio e per altre applicazioni minori (+57% rispetto al 2020).
La produzione complessiva nazionale di monouso (plastica convenzionale + plastica biodegradabile compostabile) ha registrato una diminuzione del 31,7% dal 2020 al 2021.
Inoltre, si è rafforzato lo sviluppo delle applicazioni in agricoltura (+12%), così come il comparto dei sacchetti per l’umido che registra un segno positivo (+5%) grazie anche all’entrata in vigore dell’obbligo della RD dell’organico per tutti i Comuni italiani. Gli ultraleggeri, invece, come i sacchetti dell’ortofrutta, evidenziano una sostanziale stabilità.
Per quanto riguarda il mercato italiano dei sacchetti asporto merci si conferma l’efficacia dell’impianto normativo nazionale con l’evidente riduzione del loro utilizzo del 58% rispetto al 2010 nonostante la leggera ripresa registrata nel 2021 (+2%); limitata è, però, la riduzione dell’incidenza dei sacchetti non a norma, stimabile ancora al 20% del totale.
“Nonostante il 2021 sia stato un anno difficile legato all’aumento dei costi, sia energetici che delle materie prime, il comparto dei polimeri compostabili ha raggiunto risultati brillanti – sottolinea Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche – e innovazione e circolarità sono le parole chiave che guidano l’applicazione delle bioplastiche in nuovi settori, come nel caso dell’agro-alimentare: i teli di pacciamatura, permettono di superare i problemi relativi al fine vita dei manufatti plastici in agricoltura, gli imballaggi compostabili per l’ortofrutta contribuiscono a garantire la qualità della raccolta differenziata dell’umido”.