Il metodo Carbfix per lo stoccaggio del carbonio, messo a punto nell’ambito dell’omonimo progetto, converte la CO2 iniettata all’interno di rocce contenenti carbonato stabile in modo sicuro ed efficiente. Attualmente, questa tecnologia cattura, inietta e mineralizza il 33% delle emissioni di CO2 e il 75% delle emissioni di idrogeno solforato (H2S) generate dalla centrale geotermica Hellisheidi, in Islanda, dove sta dimostrando una rapida mineralizzazione sia della CO2 che dell’H2S nel sottosuolo.
<<Ad oggi – spiega Edda Sif Pind Aradóttir, la coordinatrice del progetto – abbiamo iniettato oltre 65.000 ton di CO2 e 35.000 ton di H2S nel sottosuolo senza influenzare negativamente le prestazioni della centrale elettrica e dimostrato il funzionamento a lungo termine di un sistema di iniezione che non produce perdite>>.
Il progetto sta ora lavorando per incrementare ulteriormente l’efficienza di cattura della CO2 e dell’H2S presso un’altra centrale geotermica (Nesjavellir) e arrivare a catturare oltre il 95% delle emissioni di CO2 e H2S da essa generate nel corso del suo funzionamento.
<<Sfruttando i risultati ottenuti, abbiamo in programma un progetto dimostrativo da svolgere nel 2022 allo scopo di co-iniettare la CO2 e l’acqua marina in una formazione rocciosa di basalto sempre in Islanda – aggiunge Aradóttir – e in tal modo sarà possibile acquisire l’esperienza necessaria per effettuare le operazioni in mare aperto>>.
Inoltre, grazie alla sinergia con il progetto Climeworks per la cattura diretta dell’aria con sequestro della CO2 presente in atmosfera, nell’estate 2021 è diventato operativo Orca, il primo impianto commerciale al mondo che si avvale delle tecnologie di cattura diretta dell’aria e di stoccaggio minerale della CO2.
È poi in fase di realizzazione Coda Terminal, un polo per lo stoccaggio e il trasporto transfrontaliero del carbonio in Islanda. La CO2 catturata presso siti industriali nell’Europa del nord verrà inviata alla struttura per poi essere scaricata all’intero di serbatoi su terraferma, affinché venga effettuato lo stoccaggio temporaneo. Successivamente, la CO2 verrà pompata in una rete di pozzi di iniezione situati nelle vicinanze, dove verrà disciolta in acqua prima di essere iniettata all’interno di un basamento roccioso di puro basalto. Il polo Coda Terminal inizierà le proprie attività nel 2025 e raggiungerà una capacità di 3.000 ton di CO2 all’anno una volta completato, nel 2030.
I costi associati alla catena del valore della tecnologia di CCS implementata da Carbfix a Hellisheidi ammontano all’incirca a 20 euro per tonnellata, meno della metà del prezzo relativo allo scambio di quote di emissioni sul corrispettivo mercato dell’UE.
<<Sebbene si preveda che i costi saranno leggermente superiori una volta che la catena del valore verrà trasmessa ad altre industrie con scarichi gassosi che contengono una minore quantità di emissioni di CO2 – conclude Aradóttir – essi sono già competitivi in molti casi rispetto ai prezzi delle quote di emissioni>>.