La questione idrica, oggi, è al centro delle valutazioni di sostenibilità ambientale ed economica di svariate tipologie di aziende nel comparto agroalimentare. Per il settore del vino, in particolare, l’acqua rappresenta una materia prima insostituibile in quanto nutrimento della vite ed elemento di equilibrio in vigna come in bottiglia.
A questo proposito, il Ministero per la transizione ecologica, ha promosso il progetto “V.I.V.A.” (“Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente”), un programma per la viticoltura sostenibile.
I dati di consumo idrico del settore vitivinicolo impongono un’attenta valutazione, in relazione ai quantitativi d’acqua impiegati all’interno dei diversi processi di lavorazione e produzione; questi ultimi, infatti, si convertono in un’elevata quantità di acque reflue scaricate.
In termini dimensionali, il consumo idrico medio è pari a circa 1,3 litri di acqua per kg di uva lavorata: un valore che, se rapportato al vino, porta il quantitativo di acqua necessaria alla produzione di un litro di vino al valore di 1,8-2 litri.
Tale aspetto, che vede un picco in fase di vendemmia e può variare in funzione di macchinari e modalità di lavaggio, si attesta genericamente su un volume di refluo non inferiore a 0,7-1,2 volte il volume di vino prodotto.
Il dispendio idrico, quindi, è davvero considerevole, ed è per questo che è fondamentale, per le aziende che vogliono schierarsi dalla parte della sostenibilità, prestare attenzione allo scarico dei reflui e introdurre un idoneo ed efficiente sistema di depurazione.
Grazie all’introduzione di un sistema di depurazione naturale e biologico, infatti, è possibile trasformare le acque reflue in una nuova risorsa, da restituire all’ambiente o destinare all’irrigazione delle aree verdi.
La depurazione dei reflui consente la rigenerazione di una risorsa pulita, inodore e sicura per la salute e per l’ambiente; il riuso e la reintegrazione della risorsa acqua, inoltre, è oggi una risposta concreta ai problemi di scarsità idrica, difficile approvvigionamento della materia prima, siccità o scarsa capacità previsionale in merito al costo dell’acqua.
Trasformare la propria azienda in una realtà sostenibile, gestendo con attenzione le risorse idriche, significa oggi conseguire un miglioramento del proprio posizionamento di mercato, incrementare il proprio valore patrimoniale e mettersi al riparo da rincari o future mancanze di un’idonea disponibilità idrica.