L’idrogeno è ormai considerato un attore chiave per la transizione energetica: Italia ed Europa, infatti, lavorano allo sviluppo di una filiera forte, in grado di contribuire alla decarbonizzazione di tanti settori (industria, trasporti, produzione di energia, ambito residenziale).
Sul tema, in occasione del Key Energy, l’Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile (H2IT) ha presentato un’anticipazione dell’Osservatorio sul settore idrogeno nel nostro Paese.
L’indagine, svolta sui soci di H2IT, ha fatto emergere un quadro ottimista, specialmente per il futuro prossimo, in cui le aziende hanno ben chiari ostacoli e possibili soluzioni.
Nonostante il 2020 sia stato un anno complicato per tanti comparti, le aziende socie di H2IT hanno dimostrato un alto livello di resilienza: per il 60%, infatti, il fatturato del 2020 relativo alle sole attività idrogeno rispetto al 2019 è rimasto stabile, e per circa 1 su 3 (29%) è addirittura aumentato.
Se si osservano le aspettative per la fine dell’anno in corso, inoltre, i dati sono ancora più incoraggianti: ben il 69% prevede un incremento nel giro d’affari, a dimostrazione della forte spinta sull’acceleratore che tutto il sistema Italia, compresa la filiera idrogeno stessa, sta imprimendo al settore.
Le imprese parte del network di H2IT si sono rivelate particolarmente ottimiste: tutte si aspettano una forte crescita, con il 30% che da qui a tre anni crede in un giro d’affari in aumento di oltre il 100%. È l’industria il comparto indicato come il più promettente per l’idrogeno (87%), seguito dai trasporti (76%) e da logistica/infrastrutture (43%).
Tale crescita, potenzialmente, può generare una rivoluzione occupazionale, generando ben 500mila nuovi posti di lavoro.
Le previsioni sull’occupazione sono molto positive (il 14% immagina un boom del +500% da qui al 2023) ma si scontrano con la realtà attuale: per il 92% del campione, infatti, è ancora difficile trovare personale qualificato, quindi si ritiene necessario stimolare il sistema a fare di più per la formazione.
Le aziende analizzate hanno anche individuato le criticità del settore: preoccupa l’assenza di un quadro normativo chiaro ed è forte la consapevolezza relativa al fatto che il mercato sia ancora poco maturo; ci si aspetta, però, uno sforzo in più dalle Istituzioni, specialmente sul fronte della burocrazia e dei finanziamenti pubblici, e una diminuzione dei costi delle tecnologie grazie a ricerca e sviluppo.
Le attese verso il mondo della politica sono alte, ma le aziende riconoscono l’impegno del Governo.
Poco più della metà del campione (51%) esprime un giudizio positivo sulla strategia avviata dello Stato, con il 31% che non si sbilancia né in positivo né in negativo.
Dall’analisi dei dati aggregati delle previsioni delle aziende socie di H2IT emerge un grande ottimismo, risultato di segnali forti che, però, non sono sufficienti a far decollare il mercato. Per raggiungere tale scopo, infatti, è necessario definire una strategia che punti allo sviluppo del settore e che abiliti gli investimenti, con un quadro normativo chiaro e riforme volte a supportare l’adozione delle tecnologie a idrogeno in Italia.