Alcuni coltivatori di cotone australiani hanno avviato un progetto di economia circolare che mira al riciclo dei tessuti di cotone: abiti e articoli di cotone dismessi, infatti, piuttosto che essere mandati in discarica, possono essere utilizzati per fertilizzare il terreno.
Secondo le stime del governo federale, in Australia ogni anno si generano 780.000 tonnellate di scarti tessili (circa 31 kg a persona), con un tasso di riciclaggio che sfiora appena il 7%.
Questo progetto, quindi, già avviato in una coltivazione a Goondiwindi (Queensland), rappresenta un grande vantaggio per la riduzione e la gestione dei rifiuti locale.
Il cotone, infatti, composto da fibre completamente naturali, si biodegrada in breve tempo nel suolo: test di laboratorio suggeriscono che anche i tessuti di cotone più fitti si disintegrano significativamente in 24 ore e che il cotone triturato moltiplica i batteri e muffe nel suolo, senza avere alcun impatto sulla germinazione dei semi.
Grande beneficio apportato dal progetto, inoltre, riguarda la riduzione gli inquinanti: sottrarre il cotone alle discariche, difatti, vuol dire ridurre notevolmente le emissioni di gas serra in atmosfera.
L’impiego delle sue fibre nel terreno, infine, contribuisce a renderlo più fertile, consentendo pratiche di maggiore sostenibilità in diversi settori.