Il Next Generation EU nasce con lo scopo di disegnare il profilo avanzato dell’Unione Europea e guidare i vari Paesi verso un futuro di decarbonizzazione, giustizia sociale e innovazione tecnologica.
Nei Piani nazionali di ripresa e resilienza presentati dalle quattro nazioni più popolose (Germania, Francia, Italia e Spagna) sono contenute importanti indicazioni.
I Piani, però, presentano architetture, formulazioni e organizzazione dei temi molto diverse, che ne rendono difficile la comparazione.
Diverso è, soprattutto, il quadro delle risorse finanziarie a disposizione nell’ambito del Recovery Fund: per l’Italia, infatti, il Recovery Fund rappresenta la leva principale dei finanziamenti pubblici per la ripresa economica dei prossimi anni, mentre per gli altri Paesi questa rappresenta solo una delle risorse a disposizione per lo sviluppo nazionale.
Nonostante queste divergenze, tutti e quattro i Piani analizzati delineano un comune indirizzo europeo del Green Deal e investono almeno su tre grandi temi: mobilità sostenibile, riqualificazione energetica degli edifici ed energie rinnovabili.
Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, il principale investitore è la Germania (16,45%), seguita da Spagna (9,4%), Francia (6,3%) e, infine, Italia (4,48%).
Nell’ambito dell’investimento nelle ferrovie, invece, unendo alta velocità e trasporto regionale, la classifica si inverte: al primo posto si trova l’Italia (12.9%), seguita da Francia (10.7%), Spagna (9.6%) e Germania (3%).
Il Piano tedesco prevede di destinare 2,5 miliardi (8.9%) al sostegno all’acquisto di veicoli elettrici, un miliardo circa (3.9%) per autobus ad alimentazione alternativa, 820 milioni per l’alimentazione a energia rinnovabile dei treni e 380 milioni per la promozione dell’industria automobilistica per l’applicazione dell’idrogeno.
In Francia, invece, si prevedono investimenti di 4,39 miliardi (10,7%) nelle ferrovie (trasporto merci, regionali, rete ferroviaria nazionale) e nella mobilità urbana, di cui 1,14 miliardi (2.8%) per l’acquisto di auto green, e 200 milioni per la digitalizzazione e decarbonizzazione della mobilità.
La Spagna dedica alla mobilità in città 6,53 miliardi (9.4%) con l’obiettivo di dare impulso alla decarbonizzazione della mobilità urbana e migliorare la qualità dell’aria e della vita. In questa misura rientrano la mobilità elettrica, il finanziamento di infrastrutture verdi, incentivi per la riduzione dell’uso del veicolo privato e sostegno al bike sharing. Per la mobilità extraurbana (ferrovie e intermodalitè), invece, è previsto l’utilizzo di 6,667 miliardi (9.6%).
Anche il piano italiano si concentra su due fronti: mobilità locale e trasporto ferroviario.
Per quanto riguarda la sostenibilità del trasporto locale sono previsti investimenti per 8,88 miliardi (4.63%) con interventi nella mobilità ciclistica, nel trasporto rapido di massa, nelle infrastrutture di ricarica elettrica, nel rinnovo delle flotte con bus e treni verdi e investimenti in sviluppo e ricerca industriale per la creazione di una filiera italiana di autobus elettrici.
Nel trasporto ferroviario, invece, si investiranno 24,77 miliardi (12.9%), la maggior parte dei quali saranno destinati all’Alta Velocità e Capacità (7.7%) mentre una percentuale più ridotta (3.6%) sarà destinata ai nodi metropolitani e alle ferrovie regionali.
Altro tema sul quale si concentrano i piani dei “big” europei è quello della riqualificazione energetica degli edifici.
Primo Paese, per investimenti nel settore, è la Francia (15.1%), seguita da Italia (10%), Spagna (9.8%) e Germania (9.2%).
In Francia gli investimenti più impegnativi riguarderanno l’edilizia pubblica (3,8 miliardi) e l’edilizia privata (1,4 miliardi), mentre saranno destinati 500 milioni all’edilizia popolare.
L’Italia, invece, destinerà 13,95 miliardi all’edilizia residenziale privata e pubblica, 1,21 miliardi agli edifici pubblici, a cui si aggiungeranno 3,9 miliardi per l’edilizia scolastica.
In campo, in realtà, ci sono anche altri investimenti, come quelli per la costruzione di nuovi nidi d’infanzia (4,6 miliardi) e per la rigenerazione urbana, con 8,55 miliardi nella Missione 5 dedicata all’inclusione e alla coesione sociale, ma senza alcun vincolo per la riqualificazione energetica.
Nel settore dell’energia rinnovabile, invece, la Germania è leader negli investimenti sulla decarbonizzazione (11,7%): 1,5 miliardi saranno destinati all’idrogeno verde, 700 milioni alla ricerca e 545 milioni ai veicoli.
Per l’Italia, invece, gli investimenti arriveranno a 16,6 miliardi (8.66%), a cui andrebbe aggiunta un’ulteriore quota dei 6 miliardi previsti per la messa in sicurezza del territorio, l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica. Fondamentali gli investimenti in reti (2.1%) e idrogeno (1.9%), seguiti da quelli che riguardano il biometano, l’agrivoltaico, le comunità energetiche, l’off-shore e altri impianti innovativi.
Sullo stesso gradino si posiziona la Francia che investe 3,72 miliardi nel settore (8.3%), di cui 2,42 miliardi in idrogeno verde (5.9%) e 800 milioni nella ricerca per idrogeno verde e decarbonizzazione dell’industria.
Per la Spagna, invece, gli investimenti si limitano a 3,16 miliardi (4.6%) e sono destinati prevalentemente alle comunità energetiche, alle reti e all’idrogeno verde.
Tutti i Piani nazionali, inoltre, a eccezione di quello tedesco, prevedono risorse da destinare anche ad altri settori, quali agricoltura, foreste, economia circolare, biotecnologie, biodiversità, risorsa idrica e, in particolare in Italia, dissesto idrogeologico.