L’Osservatorio Reale Mutua ha condotto una ricerca sul tema dello spreco alimentare in Italia evidenziando come, negli ultimi anni, la sensibilita’ dei cittadini sul tema sia cresciuta.
Si tratta di un problema “moderno” che, infatti, i connazionali cercano di risolvere sfruttando anche le nuove tecnologie: un intervistato su tre (33 percento) dichiara di essere interessato ad applicazioni per smartphone che consentono di acquistare, a prezzi inferiori, prodotti agroalimentari invenduti, imperfetti o prossimi alla scadenza. Un ulteriore 22 percento, inoltre, sostiene di aver gia’ maturato esperienza con questi strumenti.
Ma la tecnologia non e’ l’unica strada attraverso cui gli italiani cercano di limitare gli sprechi: il 62 percento degli intervistati dichiara di controllare sempre le scadenze dei prodotti agroalimentari, il 48 percento realizza una lista della spesa, cosi’ da comprare solo il necessario, e il 29 percento fa piu’ volte la spesa in settimana, per evitare di accumulare troppi prodotti in casa.
Per quanto riguarda la conservazione degli alimenti, invece, il 34 percento dichiara di congelare il cibo che non consuma subito, cosi’ da evitare che questo vada sprecato.
I cittadini, inoltre, esigono che il tema della sostenibilita’ sia a cuore alle aziende dalle quali acquistano: uno su due, infatti, tende a premiare negli acquisti le imprese che si mostrano piu’ attente in questo senso.
D’altro canto, le aziende rivestono un ruolo importante nei confronti dell’ecosistema sociale e ambientale. Per questo motivo, secondo il 42 percento del campione, queste dovrebbe impegnarsi a trovare canali di vendita dedicati per i prodotti imperfetti, allo scopo di ridurre gli sprechi e ottimizzare l’uso di risorse idriche ed energetiche.
Un italiano su tre, inoltre, vede nelle campagne di sensibilizzazione rivolte al grande pubblico l’attivita’ piu’ importante; mentre il 22 percento pensa a iniziative che coinvolgano produttori e associazioni a sostegno dei meno abbienti, coniugando lotta allo spreco e aiuto dei piu’ deboli.