L’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) ha pubblicato il primo rapporto organico sull’ecosostenibilita’ della transizione ecologica, ponendo alla luce alcuni timori sui costi, in termini ambientali, delle energie rinnovabili e della mobilita’ elettrica.
Il primo punto riguarda la produzione dei pannelli solari, delle pale eoliche e delle batterie: per questi, infatti, saranno necessari molti materiali che andranno estratti direttamente dal suolo, proprio come avviene per i combustibili fossili.
Si prevede, infatti, che nei prossimi 20 anni la produzione di cobalto aumentera’ di 21 volte, quella di grafite di 25 e quella di litio addirittura di 42 volte: ogni anno, quindi, dovranno essere estratti centinaia di milioni di tonnellate di metalli in piu’, che produrranno migliaia di tonnellate di materiali di scarto, spesso contaminati con sostanze chimiche necessarie ai processi di estrazione.
Un altro fattore, considerato nel report, riguarda gli incidenti ambientali. L’ONU, a questo proposito, ha stimato che, negli ultimi 10 anni, il settore minerario sia stato coinvolto in almeno 40 incidenti ambientali di grave entita’ e questo dimostra come, il moltiplicare del prelievo di risorse naturali moltiplichi significativamente anche gli incidenti di questo genere che, oltre a minacciare la salute umana, hanno effetti devastanti sul benessere degli ecosistemi naturali. Il problema, inoltre, secondo l’IEA, non potra’ essere circoscritto mediante il riciclo, in quanto quest’ultimo potrebbe contribuire solo con una percentuale irrisoria (8 percento) al fabbisogno di materiali.
Il rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, inoltre, conferma i dubbi di chi si chiede se questo imponente flusso di investimenti “green” sara’ veramente utile per contrastare il cambiamento climatico, a favore delle generazioni future.
Un altro settore preso in considerazione e’ quello della mobilita’ elettrica; i dati mostrano che, anche in uno scenario completamente rinnovabile, l’auto elettrica non potra’ mai raggiungere le zero emissioni di CO2.
Includendo nei calcoli le emissioni legate alla costruzione del veicolo, della batteria e quelle correlate alla produzione di elettricita’ per la ricarica, inoltre, e’ dimostrato che, attualmente, un’auto elettrica emette la stessa quantita’ di anidride carbonica di una Citroen C3 diesel (Life Cycle Assessment).
In futuro, nello scenario piu’ favorevole possibile (+80 percento di rinnovabili), un’automobile elettrica emettera’ comunque le stesse quantita’ di una Renault EOLAB, un’ibrida plug-in del 2014.
Il rapporto, poi, supera le considerazioni ambientali e climatiche, esplorando anche la dimensione strategica. Dai dati emerge che, mentre il settore dei combustibili fossili e’ attualmente diversificato (nessun produttore controlla piu’ del 15/20 percento della capacita’ produttiva globale), il settore delle energie rinnovabili e della mobilita’ elettrica si trova completamente nelle mani della Cina.
Le conseguenze di questo monopolio sono considerevoli, soprattutto se si pensa che buona parte delle centinaia di miliardi mobilitati dal Green New Deal europeo sara’ destinato a colossi industriali controllati direttamente ed esclusivamente dal governo cinese.
Un ulteriore aspetto, preso in considerazione dall’IEA, e’ quello che riguarda il fronte umanitario. L’Agenzia, infatti, stima che all’apice della transizione ecologica (2040) il giro d’affari delle materie prime verdi varra’ 2/3 di quello del carbone oggi, che a sua volta vale decine di volte meno del mercato petrolifero.
Considerando che il mercato delle materie prime verdi sara’ concentrato nelle mani di tre o quattro Paesi industrializzati, ci si rende conto che la transizione ecologica rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria.
Oggi, infatti, Paesi come la Nigeria, il Chad, l’Angola, l’Uganda vivono di petrolio ed e’ quest’ultimo a finanziare le scuole, gli ospedali e i tribunali, grazie a un dividendo che lo stato corrisponde ai cittadini, garantito proprio dalle rendite petrolifere.
Quali scenari potranno configurarsi con il passaggio alle rinnovabili?