Epson ha presentato un “Indexing Report” volto ad analizzare il cambio di priorita’ e l’evolversi delle aspettative in materia di sostenibilita’ nel periodo pre-Covid e Covid.
L’analisi prende in considerazione i cambiamenti demografici e regionali, cercando di identificare le azioni delle aziende e le opportunita’ derivanti dalle aspettative di clienti e dipendenti.
La ricerca, condotta nell’estate 2020, ha coinvolto 4.000 soggetti in Europa e Medio Oriente, che sono stati interrogati sui loro atteggiamenti nei confronti della sostenibilita’.
Nel report si legge che, durante l’emergenza pandemica, meno di un quarto delle aziende europee e mediorientali ha considerato prioritari i problemi legati alla sostenibilita’, mentre il 71 percento degli intervistati (clienti e dipendenti) considera queste questioni estremamente rilevanti.
Rispetto alle nazioni meno sostenibili, inoltre, i dipendenti nei Paesi maggiormente impegnati sul fronte della sostenibilita’ tendono ad attribuire un elevato valore al proprio impatto ambientale e sociale: Italia e Germania sono in testa alla classifica (33 percento), seguite da Francia e Paesi Bassi (31 percento) e Spagna (30 percento).
Per quanto riguarda l’importanza della sostenibilita’ e l’impatto del Covid-19, le aziende ammettono di aver “messo da parte” la questione durante la pandemia per occuparsi di altre priorita’, ma il 65 percento sostiene che questi problemi assumeranno la giusta importanza nel periodo post-Covid.
Quando si tratta di tecnologie per l’ufficio, sostenibilita’ ed efficienza economica possono andare di pari passo; tuttavia, queste soluzioni sono spesso trascurate a favore di macro tendenze, quali turbine eoliche e pannelli solari, che spingono molti a pensare che la sostenibilita’ sia inaccessibile e costosa.
In ogni caso, esistono benefici per i quali le aziende continuano a impegnarsi sul fronte della sostenibilita’: l’80 percento dei responsabili ritiene che queste iniziative possano avere un impatto significativo sulle prestazioni aziendali e l’86 percento dei dipendenti che si concentra su tali questioni prevede un aumento dei profitti aziendali nei prossimi 5 anni.
Il 70 percento dei dipendenti che lavora sia da casa che in ufficio sostiene, inoltre, che le tecnologie di lavoro in ambito domestico devono essere di lunga durata, efficienti da un punto di vista energetico o in grado di minimizzare gli sprechi e, secondo l’81 percento e’ fondamentale che il datore di lavoro sostenga le questioni ambientali e sociali.
Nonostante un’evidente differenza generazionale, con oltre il 76 percento dei soggetti di eta’ inferiore ai 22 anni e il 71 percento dei soggetti di eta’ compresa tra i 23 e i 37 anni che prevedono un’importanza sempre maggiore dei problemi sociali e ambientali nel periodo post-Covid, rispetto al 55 percento dei soggetti dai 63 anni in su, sono i piu’ anziani a guidare la domanda di efficienza energetica, longevita’ e riduzione dei rifiuti in relazione ai prodotti.