La prima edizione del Circular Economy Report, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, tratta il tema dell’economia circolare, con particolare attenzione al processo di transizione verso questo modello in Italia.
Con questo studio si inaugura un nuovo filone di ricerca volto a comprendere meglio tutti gli aspetti determinanti che interessano l’Italia sul fronte dell’economia circolare; un’Italia che, secondo lo studio, e’ ancora lontana dal raggiungere obiettivi significativi in questo senso.
Al fine di misurare la sensibilita’ del sistema economico italiano verso il passaggio all’economia circolare, l’E&S Group ha condotto un’analisi coinvolgendo oltre 150 imprese in 4 macro-settori industriali: “Costruzioni” (opere di ingegneria civile o lavori di costruzione specializzati), “Automotive” (progettazione, costruzione e vendita di veicoli o componenti), “Impiantistica Industriale” (realizzazione di apparecchiature elettriche o macchinari destinati all’industria), “Resource & Energy Recovery” (recupero e smaltimento di rifiuti biologici, gestione di impianti per la produzione di energia elettrica attraverso biomasse).
Per ciascuna impresa, in ciascun settore, sono state analizzate le “pratiche” di economia circolare adottate, le barriere incontrate e i driver che ne hanno favorito la diffusione: il 62 percento delle aziende intervistate ha implementato almeno una pratica di economia circolare o ha giocato un ruolo di supporto ad altre imprese nelle loro iniziative circolari (10 percento). Il 14 percento, invece, ha chiara la volonta’ di adottare almeno una pratica di economia circolare nel prossimo triennio, mentre solo il 24 percento del totale si e’ dimostrato indifferente al tema.
A livello di settori, quello che si colloca in posizione migliore e’ il “Resource & Energy Recovery”, mentre le aziende dell'”Automotive” appaiono maggiormente legate a logiche di tipo lineare all’interno dei propri processi.
Per quanto riguarda i tipi di attivita’, si e’ adottato soprattutto il “Design for Environment”, mentre solo circa un terzo delle aziende ha introdotto pratiche relative al “Design for Remanufacturing/Reuse” e poche sono arrivate sino al “Design for Disassembly” e/o alla messa in atto di sistemi di “Take Back” (recupero delle materie e dei componenti dai clienti finali).
Dalla ricerca, inoltre, e’ emerso che gli ostacoli piu’ significativi a questo processo sono rappresentati dall’incertezza governativa, che non agevola le aziende nella valutazione di decisioni strategiche, dai costi d’investimento e dalle tempistiche associate alla realizzazione di interventi da sostenere per l’adozione delle pratiche circolari.
Nonostante il processo di trasformazione sia avviato, quindi, si e’ ancora lontani dal poter affermare che in Italia l’economia circolare sia diffusa.