AIEL (Associazione italiana energie agroforestali) e’ impegnata nella lotta alla riduzione delle emissioni di PM10 e propone un nuovo approccio, puntando all’obiettivo decennale di abbattere del 70 percento quelle imputabili al riscaldamento domestico a legna e pellet.
La strategia proposta prende il nome di “Rottamare ed educare” ed e’ contenuta all’interno del Libro Bianco redatto da AIEL e dedicato al futuro del riscaldamento a legna e pellet allo scopo di sensibilizzare istituzioni, policy maker e opinione pubblica riguardo al contributo che il settore puo’ fornire per riscaldare in modo sostenibile e pulito tutte le famiglie italiane.
Attualmente, infatti, la maggior parte delle emissioni di PM10 proviene proprio da stufe e caminetti datati e caratterizzati da tecnologie di combustione obsolete.
A questo proposito, la strategia elaborata da AIEL propone di incentivare la sostituzione dei vecchi dispositivi inquinanti con sistemi di riscaldamento a legna e pellet moderni ed efficienti, caratterizzati da emissioni di PM10 da 4 a 8 volte inferiori rispetto alle vecchie tecnologie.
Il percorso, che AIEL ha stimato in circa 350.000 nuovi generatori l’anno per 10 anni, si prefigura come un’ottima soluzione per contribuire alla riduzione dell’impatto della combustione domestica di legna da ardere e pellet sulla qualita’ dell’aria.
Fondamentale, comunque, resta sempre la sensibilizzazione e l’informazione degli utenti finali, in particolare di chi utilizza legna da ardere: e’ necessario fornire ai consumatori tutte le informazioni circa gli impatti ambientali della combustione, le modalita’ di corretto utilizzo dei generatori, le norme di installazione, i controlli previsti e gli obblighi a cui adempiere.
Gli utenti, infatti, devono imparare a utilizzare correttamente gli apparecchi, abbandonando comportamenti errati e sostituendo i vecchi impianti che non possono piu’ essere utilizzati.
Una conduzione scorretta dell’apparecchio puo’ causare incrementi notevoli delle emissioni di PM10 e di carbonio organico, responsabile della formazione di PM10 in atmosfera, anche di 10 volte rispetto a un utilizzo ottimale, ed e’ importante che i consumatori ne siano consapevoli.
In Italia, nell’ultimo decennio, il livello prestazionale e tecnologico dei sistemi di riscaldamento e’ cambiato: una parte delle tecnologie di combustione piu’ obsolete sono gia’ state sostitute da apparecchi moderni, caratterizzati da elevata efficienza e ridotte emissioni. Le emissioni della combustione del legno, infatti, dal 2010 al 2018, sono diminuite del 23 percento, passando da 123.000 a 95.000 tonnellate.
In Lombardia, dove si consuma oltre il 10 percento della biomassa legnosa impiegata nel settore residenziale, i dati evidenziano come nell’arco di 8 anni le emissioni di PM10 attribuite al settore del riscaldamento domestico a biomassa si siano ridotte del 30 percento circa, con un numero di apparecchi installati invariato, circa 600.000 unita’.
Anche in Veneto si e’ registrata una diminuzione delle emissioni: -35 percento dal 2006 al 2018, circa 5.000 tonnellate di PM10.
Per raggiungere una riduzione pari al 70 percento delle emissioni in 10 anni, pero’, e’ necessario migliorare i sistemi incentivanti esistenti a sostegno del turnover tecnologico, primo fra tutti il Conto Termico, prevedendone un potenziamento di capacita’ di fruizione e di semplificazione del meccanismo di accesso.
Altro elemento cruciale e’ rappresentato dal rafforzamento dello schema di certificazione volontario dei generatori per il riscaldamento domestico alimentati a legna e pellet e l’utilizzo di combustibili legnosi certificati, come la certificazione del pellet ENplus e la certificazione di qualita’ di legna da ardere e cippato Biomassplus.