Per le amministrazioni comunali la gestione dei rifiuti in ambito urbano e’ un aspetto fondamentale, anche dal punto di vista economico, ed e’ per questo che raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti rappresentano temi importanti nel dibattito locale sui territori.
La gestione dei rifiuti urbani non speciali e’, nella maggioranza dei casi, affidata alle Amministrazioni Comunali o a societa’ partecipate da enti pubblici che gestiscono il servizio per conto dei Comuni.
Questi, al momento della redazione dei bilanci, devono compilare anche la voce di spesa “Rifiuti”, inserendo importi per amministrazione, ispezione, funzionamento o supporto alla raccolta, al trattamento e ai sistemi di smaltimento. Sono comprese anche le spese per la pulizia di strade, piazze, viali, mercati, oltre che per la raccolta di tutti i tipi di rifiuti, e sono inclusi i costi di trasporto nei luoghi di trattamento o in discarica.
Su questi temi, l’Ispra effettua periodicamente degli studi al fine di monitorare le diverse realta’ del Paese.
Dall’ultima analisi e’ emerso che, tra il 2011 e il 2019, la produzione dei rifiuti urbani in Italia ha mantenuto un andamento costante: nel 2011 sono stati prodotti 31,38 milioni di tonnellate di rsu, mentre nel 2019 il valore e’ sceso a 30,07, registrando un calo del 4,2 percento.
Nell’arco di tempo considerato, il valore piu’ basso si e’ registrato nel 2015 con 29,52 milioni di tonnellate.
In linea generale, i dati italiani non si discostano tanto da quelli degli altri paesi europei: nel 2018 in Italia si registra la produzione di 499 kg pro capite di rifiuti, una cifra leggermente maggiore della media di 489 kg dei Paesi dell’Unione Europea.
Prendendo in considerazione i grandi Comuni italiani, dallo studio emerge che quello ad aver speso di piu’ per la gestione dei rsu nel 2019 sia Venezia, con 464,99 euro pro capite. Seguono Genova (324,61), Roma (273,77) Firenze (234,86) e Torino (230,93).
In coda alla classifica delle citta’ con piu’ di 200mila abitanti, invece, si posizionano i Comuni di Padova (205,86), Trieste (162,78) e Verona (161,52).
Tra le citta’ con popolazione superiore a 200mila abitanti, nel 2016 era Firenze quella a spendere di piu’ per la gestione dei rifiuti (326,55 euro pro capite). L’anno successivo, pero’, il primato e’ spettato a Roma (597,57 euro pro capite) la quale, nel corso del 2019, ha ridotto le spese del 54,2 percento.
Estendendo invece l’analisi a tutti i Comuni italiani, e’ Civitella Paganico (Grosseto) il Comune che spende di piu’ (2.233,04 euro pro capite), seguito da Monterosso al Mare (La Spezia) e Foppolo (Bergamo).
Nel 2019 i Comuni italiani hanno speso in media 139,76 euro pro capite, con quelli toscani ai primi posti (con una media di 230,57 euro pro capite) e i veneti agli ultimi (68,34), nonostante il Veneto sia stata la regione con la piu’ alta percentuale di raccolta differenziata nel 2018 (73,8 percento).
I due Comuni italiani che investono maggiormente nella gestione dei rifiuti si trovano in provincia di Venezia e sono Caorle e San Michele al Tagliamento, che investono in bilancio rispettivamente 574,32 e 567,14 euro pro capite.
Il capoluogo di regione, invece, e’ quinto in classifica, dietro a due localita’ in provincia di Verona (Ferrara di Monte Baldo e Malcesine).
In media, i Comuni spendono di piu’ in provincia di Rovigo (129,30 euro), Venezia (120,86) e Verona (110,06); si spende meno, invece, nelle province di Treviso (2,85) e Padova (14,29).
Se si considera l’anno 2017, Catania e’ la citta’ che ha prodotto pro capite la maggiore quantita’ di rifiuti (713 kg per abitante), seguita da Venezia (637 kg) e Firenze (622,5 kg). Genova, Messina e Trieste, invece, sono in coda alla classifica.