Entro il mese di giugno 2021 l’Italia accogliera’ le direttive europee RED II (sulle energie rinnovabili) e IEM (sul mercato elettrico): queste permetteranno di gestire l’energia in un modo che non si era mai visto prima. Uno dei cambiamenti riguarda proprio l’autoconsumo della propria energia, ovvero la possibilita’ di utilizzare l’energia prodotta, evitando la dispersione dovuta alle fasi di trasmissione e distribuzione.
La forma piu’ comune di comunita’ dell’energia sara’ quella dell’autoconsumo condominiale.
Si tratta della possibilita’ di dotare un palazzo di pannelli fotovoltaici con i quali produrre l’energia utile alle varie utenze.
La struttura rimarrebbe comunque allacciata alla rete elettrica nazionale, cosi’ da avere il rifornimento necessario nei periodi in cui non c’e’ il sole, oppure potrebbe dotarsi di sistemi di accumulo, dove l’energia del sole, in eccesso durante il giorno, viene stoccata per essere consumata nelle ore buie.
Per quanto riguarda l’autoconsumo condominiale il governo ha stanziato incentivi pari a 100 €/MWh, mentre per l’investimento necessario per i pannelli solari si potra’ attingere al Superbonus 110 percento.
Nessuna tipologia condominiale e’ esclusa, perche’ qualsiasi edificio potra’ rientrare nella categoria di autoconsumatore collettivo; per i progetti, pero’, occorrera’ rivolgersi a societa’ specializzate, le Esco (Energy Service Company).
Piu’ complesse e articolate sono, invece, le comunita’ dell’energia vere e proprie, che possono comprendere piu’ edifici, privati o pubblici, oppure un quartiere di un piccolo paese.
Anche per questa tipologia sono previsti incentivi pari a 110 €/MWh. Ciascun edificio si dovra’ dotare di pannelli solari, di proprieta’ o in comodato d’uso, e la comunita’ produrra’ e consumera’ al suo interno la propria energia, avendo la possibilita’ di scambiarla, cederla o venderla a chi ne ha bisogno a seconda delle fasce orarie.
A Bologna, una di queste comunita’ e’ gia’ in fase di costituzione grazie al progetto GECO nel quartiere Pilastro-Roveri, promosso da Enea e Universita’ di Bologna.
La scelta e’ ricaduta su questa zona in quanto li’ sono gia’ presenti due impianti fotovoltaici molto grandi: questi, durante il giorno, generano una notevole quantita’ di energia che verra’ in parte consumata e in parte accumulata per essere ceduta di notte ad altre utenze del quartiere, come palestre o condomini.
Una comunita’ che condivide la stessa fonte di energia dovra’ mettere in campo tutte le azioni per imparare a gestirla al meglio, a non sprecarla e a dotarsi delle tecnologie che permettono una misurazione puntuale e precisa dell’energia utilizzata.
Sulla base di queste esperienze sperimentali ogni comunita’ sara’ chiamata a inventarsi il modo per ottimizzare i consumi.