Il 2020, a causa dell’emergenza sanitaria e dell’attenzione dell’opinione pubblica alle tematiche green, e’ stato l’anno della svolta per quanto riguarda le politiche ambientali europee.
L’Unione Europea, infatti, ha varato una strategia che prevede di ridurre del 100 percento le emissioni di CO2 entro il 2050 e, in questo contesto, l’idrogeno si presenta come soluzione chiave, complementare con altre tecnologie, per la decarbonizzazione del sistema energetico.
In Italia, attualmente, la quota totale di energia prodotta dall’idrogeno si aggira intorno all’1 percento e questa e’ utilizzata per l’industria chimica, siderurgica e della raffinazione. Si tratta, pero’, di idrogeno “non pulito” ma prodotto da combustibili fossili la cui produzione rilascia tra i 70 e i 100 milioni di tonnellate di CO2 in tutta l’Unione Europea.
Per raggiungere quindi l’obiettivo di riduzione totale delle emissioni entro il 2050, l’idrogeno e’ fondamentale e, secondo le stime, dovrebbe arrivare, per quella data, a rappresentare fino al 24 percento dei consumi finali di energia.
Il percorso tracciato dalla Commissione Europea si pone due obiettivi principali:
– raggiungere i 6 GW di elettrolizzatori installati, per produrre un milione di tonnellate di idrogeno verde, entro il 2024;
– raggiungere i 40 GW per una produzione di 10 milioni di tonnellate sul territorio europeo, entro il 2030.
In Italia, invece, entro il 2050 si prevede una penetrazione dell’idrogeno del 20 percento.
H2IT (Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile) ha presentato il report “Strumenti di supporto al settore idrogeno. Priorita’ per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia” che, in questo contesto, fornisce importanti indicazioni volte a creare le condizioni politiche e normative a sostegno del comparto nel nostro Paese.
Lo studio, che ha coinvolto l’intera filiera, ha portato all’elaborazione di 51 priorita’ d’azione e 66 policy, declinate in 7 diversi segmenti: produzione, trasporto, distribuzione e trattamento, stoccaggio, mobilita’, usi energetici, usi industriali, residenziali e feedstock, supply chain e tematiche trasversali.
A partire da queste, H2IT suggerisce alcune strategie per abbattere le barriere allo sviluppo del settore idrogeno in Italia:
– definire il ruolo strategico a lungo termine dell’idrogeno, e allo scopo e’ fondamentale individuare azioni e obiettivi per supportare il settore e abilitare gli investimenti;
– sviluppare un quadro legislativo e tecnico-normativo chiaro, con regole semplificate a livello burocratico e armonizzate a livello internazionale, che consentirebbero alle aziende di operare in condizioni favorevoli anche per gli investimenti;
– garantire la certificazione di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni, mediante un sistema di certificazione basato su Garanzie di Origine al fine di promuovere l’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni, in linea con le direttive europee;
– supportare la ricerca, l’innovazione e la formazione, poiché i centri di ricerca vanno supportati con finanziamenti ad accessibilita’ semplificata per progetti dimostrativi o di ricerca specifici;
– sviluppare un’infrastruttura di rifornimento per la mobilita’, perché la costruzione di una rete di stazioni di rifornimento per veicoli idrogeno e’ la soluzione ideale per permettere la circolazione di mezzi a celle a combustibile sia per il trasporto leggero che per quello pesante su gomma, ma anche dedicate al trasporto ferroviario e ai mezzi negli hub logistici, come porti e aeroporti;
– incoraggiare la collaborazione strategica tra progetti di Hydrogen Valleys, individuando i nuclei iniziali per lo sviluppo sinergico di piu’ usi finali e sviluppando applicazioni al fine di favorire la crescita della domanda, lo scale-up delle tecnologie e ridurre i costi;
– sensibilizzare e informare l’opinione pubblica, dato che lo sviluppo della filiera deve essere accompagnato da campagne informative e progetti educativi sulle tecnologie dell’idrogeno e sulle procedure di sicurezza applicate.